I corvi del Vaticano e l’altro Papa

Un po’ di luce, anche se solo suggerita e narrata. “Tranne Paolo Gabriele – il maggiordomo di Benedetto XVI ( prematuramente morto questa settimana,ndr) , capace di trafugare le carte segrete dall’armadio di Georg Ganswein, assistente personale del Papa ( e consegnarle per il libro “Sua Santità”, ndr) – penso di aver conosciuto tutti i cosiddetti Corvi del Vaticano. Non è che si presentassero dicendo ‘Salve, sono un informatore segreto’, ma quando li si incontrava si sentiva lontano un miglio che portavano notizie coordinandosi all’interno di un gruppo: Non escludo affatto che si spartissero i compiti e giornalisti di testate diverse, anzi ne sono certo, perché lo chiesi ad alcuni Corvi e me lo confermarono”. Questo il racconto choc di Marco Ansaldo all’epoca dei fatti vaticanista e inviato speciale per la politica estera di “Repubblica”, nel suo libro “Un altro Papa” (Rizzoli). È choc ancora di più l’identificazione degli sgraziati volatili ( cui Edgar Allan Poe ha dedicato un angosciante poemetto Il Corvo, appunto) , sia pure per categorie di appartenenza . Prosegue il ricordo di Ansaldo: “Funzionari dei servizi segreti. Dirigenti della Presidenza del Consiglio. Prelati interni ed esterni alla Santa sede. Hacker ed esperti informatici. Giornalisti e corrispondenti stranieri. Ti contattavano loro” . E ancora: “Siamo una ventina – mi disse uno dei Corvi – e siamo ramificati in tutti gli organismi vaticani, dall’Osservatore romano ai dicasteri più rilevanti”.

Un intrigo, quindi, non solo interno al Vaticano, ma anche internazionale, che ha coinvolto personaggi italiani. di primo piano. Insomma, Benedetto tra le spie, questo conferma la similitudine tra le due vicende umane e storiche di Papa Ratzinger e del suo predecessore che ha portato il nome Benedetto prima di lui, Benedetto XV.

Ansaldo svela anche lo scopo perseguito dai Corvi. “Uno dei Corvi a un certo punto mi confidò: ‘Noi abbiamo puntato Bertone ( l’ex segretario di Stato vaticano, ndr) per impallinarlo: E contro il segretario di Stato è stata fatta una campagna massiccia. ma l’obiettivo vero è Ratzinger. È lui che deve essere rimosso per arrivare ad un altro Papa, completamente diverso’”.

Il punto è che come scrive Ansaldo, il caso Vatileaks1 puntando sul cardinale Bertone, aveva infine investito Papa Benedetto ed era stato generato dai Corvi che lo avevano cavalcato vittoriosamente. Il caso Vatileaks2 che si era scatenato nell’autunno 2015, e il relativo processo, “ li aveva individuati ed annientati”. Con un’aggiunta importante: “Quasi tutti”.
È in questo “quasi tutti” che si annidano i nemici attuali di Papa Francesco?
Io penso che sia molto probabile. Nel libro c’è la testimonianza, (troppo alludente ed allusiva), di don Georg Ganswein , che alla fine del pontificato di Ratzinger evidentemente quanto meno non ha compreso quello che stava avvenendo e che all’inizio di quest’anno è stato allontanato da Papa Francesco, dopo il pasticcio del libro scritto a quattro mani dal cardinale Sarah e dal Papa emerito (che si era firmato Benedetto XVI). Un altro Papa? Con Francesco, che anche lui “rinuncia”, dopo Francesco, quando Ratzinger morirà? Ansaldo, sembra adombrare questo possibile futuro scenario. Non che non ne abbia parlato lo stesso Francesco, in varie occasioni, ma al punto in cui sono arrivate le cose (dopo il caso McCarrick e lo scandalo finanziario dei fondi della Segreteria di Stato) non sembra proprio che sia arrivato il momento. Anzi. Papa Francesco non si ferma.

huffingtonpost

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