Coronavirus. Italia “gialla” il 18 dicembre

Il governo fissa l’obiettivo: dal 4 nessuno in rosso, ma la scuola rinviata a gennaio. Spostamenti regionali e chiusure alle 22 anche nei festivi: i nodi del nuovo Dpcm
Italia "gialla" il 18 dicembre

Ansa

In vista delle vacanze di Natale la road map del governo prevede come obiettivo di arrivare a una zona gialla, sia pure “rafforzata”, in tutta Italia. Insomma, con restrizioni in più per evitare una ripresa del contagio, si cercherà di far vivere al meglio possibile il periodo di festa rilanciando i consumi. E dando un po’ di fiato ai negozi, meno ai ristoranti. Senza gli assembramenti tradizionali, come ha ribadito ieri il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli.

 

Le regioni che sono ancora in “zona rossa” dovranno attendere ancora qualche giorno per diventare arancioni. Giovedì 3 dicembre scadrà, infatti, il Dpcm che il 3 novembre ha istituito le zone e il giorno dopo, sulla scorta dell’atteso nuovo Dpcm e delle risultanze del Comitato tecnico scientifico, dovrebbe arrivare l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che porterà in arancione anche Toscana, Campania, Valle d’Aosta e Bolzano. Da quel punto dovrebbe iniziare una “descalation”: visto che l’ordinanza entrerà in vigore il 4 dicembre e durerà 14 giorni, il passaggio di tutto lo Stivale in giallo dovrebbe avvenire per il 18 dicembre, ammesso che i dati lo consentano per ogni Regione.

Una novità emersa ieri riguarda le scuole. Constatata la contrarietà di quasi tutti i governatori a riaprirle il 7 dicembre, il governo sarebbe orientato a fare slittare la didattica in presenza delle superiori al 7 gennaio. Ma nessuna decisione è stata ancora presa. Alcune Regioni hanno già emesso ordinanze restrittive. Il Piemonte ha disposto per seconda e terza media la didattica a distanza e la Campania la proroga fino al 7 dicembre dalle seconde elementari in su. Per quanto riguarda i possibili contenuti finora emersi, nel prossimo Dpcm – che manterrà la tripartizione in zone gialle, arancioni e rosse perché è sempre possibile un peggioramento o un miglioramento in una di esse – dovrebbe rimanere per tutte le Regioni il coprifuoco dalle 22 alle 6 del mattino. Sembra non essere passata, al momento, la linea di un coprifuoco più permissivo per le vigilie delle feste maggiori, Natale e Capodanno. Rispetto ai tradizionali cenoni, non essendo possibile imporre obblighi in luoghi privati, non si esclude che ci si limiti a raccomandazioni: non più di sei commensali – parenti stretti e conviventi – è l’indicazione di massima degli ultimi giorni.

Dovrebbe, poi, valere il blocco della mobilità tra le Regioni anche gialle, con l’esclusione però della possibilità per i residenti di ritornare a casa. Sono comunque al vaglio del governo possibili deroghe: ad esempio, per chi ha il domicilio in una regione diversa da quella di residenza o per alcuni casi di ricongiungimento familiare. Per le Regioni arancioni e rosse dovrebbero rimanere le attuali prescrizioni: nelle seconde è vietato spostarsi senza motivi di necessità, mentre per le prime il confine è il proprio comune. Per chi nel periodo natalizio rientrerà dall’estero, infine, si pensa a una quarantena di 15 giorni. Resta il nodo se si potrà raggiungere o meno le seconde case. Per sciare, invece, tutto rimandato a dopo le feste. Per favorire lo shopping natalizio si pensa di allungare gli orari dei negozi in zona gialla fino alle 21, purché si possa rispettare il coprifuoco delle 22. Dovrebbero, invece, rimanere chiusi nelle rosse. Per i ristoranti in zona gialla dovrebbe rimanere la chiusura alle 18, con blocco totale a Natale e Santo Stefano. Nelle arancioni e rosse, bar e ristoranti dovrebbero rimanere chiusi tutto il giorno.Sulla Messa di Natale ieri Locatelli ha ribadito che la celebrazione dovrà essere «resa compatibile con le misure concordate con la Cei». La Conferenza episcopale italiana l’altroieri ha ribadito la sua collaborazione con i decisori politici ed espresso l’intenzione di confrontarsi nei suoi organismi istituzionali «sulle modalità di celebrare i riti natalizi in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme, come finora avvenuto».

Avvenire

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