"Su un punto, forse non premeditato, Benigni ha lanciato un messaggio che potrebbe risultare micidiale per i giovani e che va rettificato", ha detto il predicatore del Papa nella prima predica d’Avvento. "In appoggio al suo invito a non aver paura delle passioni, a provare la vertigine dell’amore anche nel suo aspetto carnale, egli ha citato la frase di Agostino che dice a Dio: ‘Dammi la castità e la continenza, ma non ora’. Come se prima bisognasse provare tutto – ha chiosato il cappuccino – e poi, chissà da vecchi quando non costa più fatica, praticare la castità".
L’attore toscano, secondo Cantalamessa, "ha attibuito la frase a sant’Agostino, ma essa non è di ‘santo’ Agostino; è di Agostino ancora peccatore, di prima della conversione. Non ha detto quante lacrime era costato al santo strapparsi alla schiavitù della passione a cui si era dato in braccio e non ha ricordato la preghiera che egli sostituirà più tardi a quella incauta giovanile". Per il predicatore pontificio, che ogni anno incontra il Papa e i cardinali di Curia per Avvento e Quaresima, se in passato la morale cattolica "aveva accentuato troppo unilateralmente, in passato, i peccati della carne, fino a creare, talvolta, delle vere e proprie nevrosi", oggi il rischio è opposto: "Si tende a minimizzare i peccati contro la purezza, a vantaggio (spesso soltanto verbale) di un’attenzione al prossimo. E’ una illusione quella di credere di poter mettere insieme un autentico servizio ai fratelli e alla Chiesa e una vita personale disordinata, tesa tutta a compiacere se stessi e le proprie passioni".