Caso Rupnik Roma fa sapere di voler intervenire, per quanto di sua competenza, sul caso del gesuita sloveno accusato di abusi sessuali

Anche la diocesi di Roma prende provvedimenti, «per quanto di sua competenza» nei confronti del gesuita slovena padre Marko Rupnik. Il cardinale Angelo De Donatis, con un comunicato, fa sapere che, pur procedendo «secondo una strada certa: noi ministri di Cristo non possiamo essere meno garantisti e caritatevoli di uno Stato laico, trasformando de plano una denuncia in reato», resta però «primario e fondamentale accogliere con profondo rispetto il dolore e la sofferenza di tutte le persone coinvolte in questa vicenda». Per questo interverrà sugli incarichi che padre Ruonik continua ad avere in vicariato e sul Centro Aletti di cui, secondo il sito ufficiale, conitnua a essere direttore. Le accuse di abusi sessuali compiuti negli anni Novanta a danno di suore della comunità di Loyola, a Lubiana, hanno dato luogo a un processo presso la Dottrina della fede. In un primo momento scomunicato e poi, dopo il suo pentimento, riammesso nella comunione ecclesiale, il gesuita – i cui reati sono prescritti – continua, però, a sottostare alle «misure cautelari» comminate dalla Compagnia di Gesù durante l’indagine previa. La stessa Compagnia dei Gesù ha fatto sapere, infatti, che, nonostante la prescrizione, intende continuare con «la proibizione dell’esercizio del sacramento della confessione, della direzione spirituale e dell’accompagnamento di Esercizi Spirituali». Tra le accuse al gesuita anche quella di aver assolto, proprio in confessione, un complice degli abusi. La Curia generalizia dei Gesuiti , ha sottolineato,  che «questo caso, come altri, ci riempie di stupore e di dolore, ci porta a comprendere e sintonizzarci con le persone coinvolte nell’una o nell’altra forma», aggiungendo che «ci pone davanti alla sfida di rispettare questo dolore nel medesimo tempo in cui si avviano, scrupolosamente, i procedimenti esigiti dalle leggi civili o canoniche e si comunica in una forma che non nasconde i fatti, mentre, illuminati dal Vangelo e da altre esperienze umane, si aprono cammini verso la guarigione delle ferite prodotte».

Il preposito generale dei gesuiti, padre Sosa Abascal, ha precisato che «la sua teologia non viene messa in questione, ma il suo comportamento come prete nell’esercizio del ministero sacerdotale».

Intanto prendono le distanze dal gesuita, autore di importanti mosaici sia in Vaticano che nel resto del mondo, sia la diocesi di Versailles, in Francia, che lo aveva incaricato della decorazione di una nuova chiesa e che ha deciso di interrompere la collaborazione, sia i vescovi sloveni che hanno dichiarato: «Nonostante alcuni fatti siano, dal punto di vista giuridico, ormai prescritti rimangono sempre detestabili e condannabili».

famigliacristiana.it

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