Tutto viene a galla il 2 gennaio, quando il parroco si dimette lasciando San Lorenzo in accordo con il vescovo. «Nessuno mi ha motivato nulla» è la prima reazione pubblica di don Marino. Pronta la replica della Curia, che in una nota ufficiale parla di violazione «dell’obbligo del celibato» e di «comportamenti non conformi allo stato clericale».
A quel punto, il 12 gennaio, lo scandalo scoppia e don Marino reagisce senza ammettere né smentire la presunta relazione con una donna: «Non posso confessarmi coi giornalisti».
Nella stessa intervista, però, il prete rilancia: «Sono pronto a fare i nomi di preti pedofili, preti gay e preti che hanno messo incinta donne che poi hanno abortito e che guidano grosse parrocchie della Diocesi di Padova. Io ho le prove, loro su di me non ne hanno». Le prove però non arrivano, nemmeno quando a chiederle è la Procura. I mesi passano e si arriva al giudizio dei giorni scorsi. (g.pip.)
A quel punto, il 12 gennaio, lo scandalo scoppia e don Marino reagisce senza ammettere né smentire la presunta relazione con una donna: «Non posso confessarmi coi giornalisti».
Nella stessa intervista, però, il prete rilancia: «Sono pronto a fare i nomi di preti pedofili, preti gay e preti che hanno messo incinta donne che poi hanno abortito e che guidano grosse parrocchie della Diocesi di Padova. Io ho le prove, loro su di me non ne hanno». Le prove però non arrivano, nemmeno quando a chiederle è la Procura. I mesi passano e si arriva al giudizio dei giorni scorsi. (g.pip.)