Chi congiura per far dimettere Papa Francesco. Lo scontro in atto potrebbe cambiare il mondo

L’accanimento con il quale certi ambienti cattolici contrastano con grande lena il concilio Vaticano II si è spinto perfino – con ipocrita devozione – ad accusare papa Francesco di eresia. Si prefigurano scenari incredibili se il loro proposito dovesse avere la meglio. Uno dei possibili scenari davvero rivoluzionario che ne seguirebbe viene narrato con humour in 94 pagine di un volumetto nel quale Marc Augé etnologo e scrittore racconta un gustoso e visionarioscenario perfino insolente che si crea nel mondo dopo che papa Francesco, dalla loggia di san Pietro pronuncia una frase fatidica: “Dio non esiste”. E il Vaticano va in tilt alle prese con un papa ingovernabile che va rimosso ad ogni costo. Titolo del libretto è Le tre parole che cambiarono il mondo. Sottratto velocemente al pubblico, dopo goffi tentativi del mondo ecclesiastico per una spiegazione indolore della dichiarazione sconvolgente il papa viene prima ricoverato in un ricovero coatto in una clinica e poi ridotto a semplice laico e portato lontano da un amico senza lasciare recapito. Aveva tuttavia lasciato firmato con il suo nome Jorge Mario Bergoglio un breve messaggio cordiale all’indirizzo dei suoi ex  fedeli. “ Vi prego – recitava lo scritto – di non credere ciò che gli uni o gli altri tenteranno di farmi dire. Ho detto ciò che ho detto, niente di più, niente di meno. Ben presto capirete che non ho mai rinunciato alla sola cosa che conti: la ricerca della verità”.

Reazioni impensabili

Sotto il ritorno pro tempore del papa emerito Ratzinger si procede all’elezione di un nuovo papa. Nel frattempo in una settimana si susseguono reazioni impensabili a catena nel mondo cristiano, ebraico e musulmano, e anche tra i milioni di non credenti e atei. Ma le dimissioni di Francesco non giovano per nulla agli integralisti cattolici che da sempre si vantano di aver capito che Bergoglio è del tutto inaffidabile per la fede tradizionalista. Tramite una pozione straordinaria diffusa con l’acqua potabile, l’intera umanità cambia prospettiva e diviene gioiosa e fraterna proprio nel momento in cui cessa il pernicioso influsso delle religioni formaliste nel mondo. Lo stesso Francesco si era trasformato bevendo la pozione portatagli in segreto da un illustre accademico  del movimento per la libertà e la resistenza mentali Librement, membro del nucleo esecutivo dei Partigiani dello humour libero dal motto Vi faremo morire dal ridere.  Per la verità le parole di Francesco dalla loggia vaticana che avevano suscitato scandalo erano state  testualmente: “Dio non è morto. No non è morto perché non è mai esistito. Dio non esiste”. E per il mondo si diffuse rapido il messaggio sintetico in tre parole: Dio non esiste.

Il confronto è proprio su Dio

A quanto pare in questi tempi di storia reale, fuori dal fantastico, il confronto è proprio su Dio. Gli avversari di Francesco mettono al primo posto un loro Dio che pare diverso da quello di Francesco. Il papa predica in tutte le salse Dio misericordioso come unico vero Dio di Gesù Cristo. Chi lo avversa predica un Dio con altre qualità al primo posto tanto che si corre il rischio di mettere al posto di Dio una entità astratta che rappresenta l’ordine, la disciplina, la punizione per i peccati, la regola a cui si possono sacrificare le persone sino a farle soffrire senza pietà.

Il ritorno alla Chiesa del Vangelo

E nella storia ci sono stati periodi lunghissimi e bui nei quali ha prevalso l’idea di questo Dio guerriero e vendicativo. Ci si era dimenticato il Dio di Gesù che lo aveva chiamato Padre invitandolo a pregare come Padre nostro. Dimenticando Dio di Gesù nella Chiesa era prevalso la legge dei comandamenti e dei precetti. La vita di penitenza e di dolore quasi che non bastasse la difficoltà naturale a vivere specialmente per la stragrande maggioranza degli umani costretti a una vita difficile e penosa per la povertà la malattia l’esclusione. Il concilio risvegliato da Papa Giovanni ha finalmente sostenuto il ritorno alla Chiesa del Vangelo dove Dio è misericordia. Papa Francesco si è ricollegato pure dal punto simbolico, con il nome del poverello di Assisi, a questo Dio impostando tutto il suo pontificato sull’idea di Dio misericordioso che aveva guardato alla sua vita con amore e che sempre guarda la vita di tutti con amore nella misura del bisogno di amore di ciascuno. I poveri e gli esclusi non sono sazi come i ricchi e i fortunati.

Dio è amore: è la Bibbia che lo dice

Chi non crede ritiene in forma legittima che le cose al mondo andrebbero meglio se Dio non esiste e se l’uomo si convincesse di questo. La vita concepita come una partita tra umani. Bergoglio si è convinto che sia indispensabile rovesciare la storia mettendo al centro tre parole diverse e nuove: Dio è amore. Non le ha inventate lui. E’ la bibbia che porta questa rivelazione di Dio come amore. Diventa normale pensare a una vita cristiana in dialogo con Dio amore e operando per manifestare e realizzare questo amore.

Francesco sostiene la coerenza con la visione di Dio

Il cuore del contenzioso tra Francesco e i suoi avversari è proprio qui: essere coerenti con la visione di Dio. Se si ritiene che il Dio di Gesù è amore, si deve solo essere coerenti. Superare secoli in cui si faceva difficoltà  a ricordarsi una verità tanto chiara non è facile e per questo Francesco appare molto paziente con i suoi critici impazienti di metterlo alle strette.  La partita si sta ancora giocando: finirà con lo scenario immaginato da Augé e in parte desiderato dagli avversari del papa o finirà con la vittoria delle tre parole alternative proposte da Francesco e cioè che Dio è amore?

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