Cina: ‘curano’ i gay con elettroshock e cavi elettrici, a processo

(AGI) – Pechino, 31 lug. – Processo storico in Cina dove, in un tribunale di Pechino, si e’ tenuta oggi la prima causa legale contro il “trattamento correttivo gay”. La sentenza, che arrivera’ entro un mese, rappresentera’ una pietra miliare nel campo giuridico cinese e nella lotta alle discriminazioni che ogni giorno combattono gli oltre 50 milioni di omosessuali cinesi. Dentro le stanze della corte di Haidian, Yang Teng, 30 anni, ha parlato della terapia cui la clinica Xinyu Piaoxiang di Chongqing, da lui denunciata, lo ha sottoposto: un trattamento a base di elettroshock e ipnosi per ‘curarlo’ dall’attrazione verso le persone del proprio sesso che gli ha lasciato disturbi mentali e psichici. Il ragazzo si era sottoposto volontariamente lo scorso febbraio al trattamento, spinto dalle pressioni dei genitori impazienti di vederlo sposato e con un figlio. “La mia citta’ e’ un piccolo centro e le persone tengono molto in considerazione il parere dei propri familiari” si e’ difeso Yang che ora assicura di aver accettato la sua omosessualita’. E di voler giustizia. Oltre alla clinica, il ragazzo ha infatti denunciato anche il motore di ricerca Baidu per lo spazio pubblicitario concesso a questo tipo di trattamenti. Fuori dal tribunale un gruppo di attivisti si e’ radunato per manifestare contro chi vede nell’omosessualita’ una malattia nonostante in Cina sia stata cancellata dall’elenco dei disordini mentali nel 1997 e depenalizzata nel 2001. “Tribunale di Haidian, opponiti alla terapia di conversione”, “L’omosessualita’ non necessita di cure” si leggeva su alcuni striscioni sventolati dai manifestanti. Yang Teng non e’ il solo ad aver fatto ricorso alla terapia. A gennaio scorso, Zhang, 25 anni, aveva raccontato all’agenzia AFP che tre anni fa “per non deludere la famiglia o causare problemi” si sottopose a una delle terapie per la correzione della sessualita’ dei dottori dello Haiming Psychological Consulting Centre di Pechino. La seduta durava all’incirca 30 minuti durante i quali Zhang, con dei cavi collegati ai genitali, guardava film porno a tema omosessuale: “ogni volta che avevo una reazione ricevevo una scossa elettrica”. “Non era scioccante, ma dolorosa” raccontava il ragazzo all’agenzia France Presse. Poi la situazione precipito’: “Avevo sempre mal di testa, mi sono licenziato, facevo debiti per pagare le cure. Ero depresso. Volevo morire”.
La “terapia di conversione” come viene definita e’ conosciuta da oltre un secolo in tutto il mondo – viene ancora praticata anche in Gran Bretagna, Usa e Singapore – ma e’ abbandonata da tempo negli ambienti di medicina. La Pan American Health Organization, ufficio americano dell’OMS, nel 2012 ha precisato che le terapie correttive “mancano di prove scientifiche e mediche e sono eticamente inaccettabili”.

31 Luglio 2014 ore 21,24

 

 

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