DA BERLINGUER A MATTEO RENZI: COM’È CAMBIATA LA SINISTRA

Il 18 settembre 1983 Enrico Berlinguer parlò a Reggio Emilia davanti a un milione di persone. Ecco cosa resta di quel giorno e della figura del segretario del Pci

Berlinguer a Reggio Emilia, 36 anni dopo

Era una domenica di fine estate. Quasi autunno. Quel 18 settembre 1983, un milione di persone circa accorse da tutta Italia per partecipare al comizio di «re Enrico», come lo chiamavano i giornali. E quel giorno, Enrico Berlinguer era lì per tutti. Il segretario del Pci sarebbe salito sul palco alle sei del pomeriggio a conclusione della Festa Nazionale de l’Unità di Reggio Emilia. Prima di lui era previsto l’intervento comico di Roberto Benigni.

Ma cosa resta a distanza di 36 anni di quella giornata? Come scriveva Emanuele Macaluso sulla prima pagina de L’Unità di quel 18 settembre, le riflessioni che il Pci andava via via ponendosi in quegli anni erano molte. Il suo sguardo era rivolto a chiunque: dagli operai alle donne, agli anziani. Berlinguer era un uomo capace di entrare in empatia con tutti semplicemente ascoltandoli. Questo fu il merito dietro il successo di quella giornata.

Grazie ai 20 metri quadrati del «Diamond Vision», lo schermo del più grande televisore del mondo per l’epoca, l’immagine di Enrico Berlinguer sarebbe stata visibile a tutti. Le foto della giornata restituiscono una figura solitaria di Berlinguer, ma non era così: dopo ogni frase del segretario del Pci, un boato di approvazione s’innalzava dalla folla al cielo.

Il comizio si era aperto con una lunga analisi della situazione internazionale, che Berlinguer aveva descritto senza alcuna censura. Non ebbe nessun pudore nel condannare alcune scelte non condivise, come quella dell’abbattimento di un jumbo sudcoreano da parte dell’URSS.

Chissà se Enrico Berlinguer avrebbe mai immaginato la scomparsa della Festa Nazionale de l’Unità. Chissà se avrebbe immaginato che il Campovolo, una volta spogliato di quel palco dove era salito, si sarebbe trasformato in una grande arena per concerti. E chissà cosa avrebbe detto, se avesse saputo che il Pci sarebbe diventato il Pds, e poi il Partito Democratico, e poi… E poi la scissione di Matteo Renzi che è storia di oggi.

Il giorno dopo il suo comizio, il bilancio della Festa Nazionale de l’Unità registrò circa 3 milioni di presenze. Dell’ultima giornata si stima addirittura un guadagno che superò il miliardo di lire. Più di trent’anni dopo, invece, la situazione presenta un deficit difficilmente sanabile. Il Partito ha due milioni di debiti e la cancellazione di FestaReggio è stata inevitabile.

Le cifre di quella festa del lontano 1983 racconta un’altra storia. Cento quintali di pane consumato, 50 mila lattine bevute, 200 quintali di carne. E ancora: 350 damigiane da 28 litri e 6.400 bottiglie di vino (il Verdicchio, con ben 67 mila litri, superò il consumo diLambrusco). E 8 tonnellate di patatine fritte consumate.

Durante il comizio, Enrico Berlinguer aveva parlato anche dell’Italia dell’epoca: il rapporto tra Psi e Pci, il Governo Craxi. Poco prima Roberto Benigni aveva scherzato:«Bettino ha sempre detto: o Presidente del Consiglio o niente. È riuscito a diventare tutte e due le cose».

corriere.it

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