Giovanni XXIII: quell’incontro mancato tra Pasolini e il Papa

“Il Vangelo secondo Matteo” nacque dall’amicizia di Pier Paolo Pasolini con don Giovanni Rossi, fondatore dell’associazione Pro Civitate Christiana e, paradossalmente, anche da un mancato incontro con Giovanni XXIII. Lo racconta il cardinale Loris Francesco Capovilla – gia’ segretario particolare di Papa Roncalli – in una videointervista realizzata da monsignor Dario Edoardo Vigano’, direttore del Centro Televisivo Vaticano, che sara’ proiettata domani nel corso di un convegno dedicato al cinquantesimo anniversario del capolavoro dell’artista di Casarsa dalla Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Lo riferisce l’Osservatore Romano. Pasolini ebbe cosi’ grande stima per Giovanni XXIII da dedicare il film alla sua memoria, ma il 4 ottobre del 1962 preferi’ non incontrarlo. Quel giorno era ad Assisi, ospite proprio della Cittadella, in occasione di un dibattito sul cinema. Avrebbe dovuto parlare della sceneggiatura e delle riprese del suo “Accattone”, ma nel pomeriggio si diffuse la voce che Roncalli, in visita a Loreto, aveva deciso a sorpresa di concludere la giornata ad Assisi.
  Subito le strade della citta’ si riempirono di folla e il convegno venne sospeso per permettere a tutti di rendere omaggio al Papa. Don Rossi e gli altri sacerdoti chiesero a Pasolini se volesse unirsi a loro, ma lui declino’ l’invito e passo’ il pomeriggio nella camera offertagli dall’associazione umbra, leggendo il primo libro che gli capito’ sotto mano, il Vangelo secondo Matteo. In ogni stanza della Cittadella c’era un’edizione dei Vangeli che inizia proprio con il testo di Levi, l’esattore delle tasse diventato seguace di Gesu’. Don Giovanni Rossi e gli altri sacerdoti tornarono a tarda sera.
  “Pier Paolo, spero che ti faccia piacere saperlo, quando il Papa ci ha dato la sua benedizione abbiamo pensato a te”, disse all’amico don Rossi al suo rientro in sede, dopo cena. “Grazie.
  In realta’ oggi anch’io ho pensato a voi – rispose Pasolini – faro’ un film sul Vangelo di Matteo. L’ho deciso dopo aver letto, sdraiato sulla branda, il libretto che ho trovato sul comodino. Pero’ dovete aiutarmi, io non sono un credente. E sono anche marxista”, ” rispose il poeta di Casarsa. Non si trattava di una frase di circostanza ma di una richiesta sincera, spiega il cardinale Capovilla nella videointervista.
  “Pasolini disse a don Andrea Carraro ‘non voglio fare nulla che possa offendere la vostra fede’ e per questo ando’ in Terra Santa. Accetto’ tutte le osservazioni e i consigli dei biblisti che aveva consultato”. (AGI) .

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