Ora le lauree “vaticane” sono valide in Italia

Roma diventa un «polo universitario unico nel mondo», con un accordo siglato oggi da Italia e Vaticano che prevede il «completo riconoscimento da parte dell’Italia di tutti i titoli» da «Università, Facoltà ed altre Istituzioni Pontificie Romane». Se fino a oggi solo chi studiava Teologia o Sacra Scrittura, vedeva il proprio titolo di studio «vaticano» riconosciuto come laurea o laurea magistrale, infatti, in forza della convenzione di Lisbona (1997), sarà ora possibile ottenere l’equiparazione in «una vasta gamma di altri studi superiori ecclesiastici», spiega il cardinale Giuseppe Versaldi in un articolo sull’Osservatore Romano, «dall’archeologia cristiana fino alla Licenza interdisciplinare sulla protezione dei minori, dalla Musica sacra fino agli studi arabi e di Islamistica, dalla psicologia alla comunicazione sociale, oppure dalle lingue classiche e cristiane fino agli studi sulla Famiglia e il Church management».

L’accordo, costituito da un preambolo e 11 articoli, è stato firmato mercoledì scorso, 13 febbraio, presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dal cardinale Versaldi, prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica, e dal ministro Marco Bussetti.

Nell’articolo sul giornale vaticano, il Porporato ripercorre la storia del riconoscimento dei titoli di studio dell’Educazione superiore tra Italia e Vaticano e ricorda, in particolare, che, dopo la revisione del Concordato nel 1984, «vista la mancanza di corrispondenza delle discipline di Teologia e Sacra Scrittura nell’ordinamento universitario italiano, nel 1995 si era deciso di procedere ad una valutazione dell’equivalenza dei titoli, riconosciuti come lauree e lauree magistrali italiane, e dunque mirata ai soli effetti giuridici di livello».

Mancava invece un «riconoscimento uniforme sul territorio italiano» di tutti gli altri titoli rilasciati dalle «Istituzioni di Educazione Superiore della Santa Sede aventi sede in Italia». Ma i rapporti bilaterali in materia tra le due sponde del Tevere «non sono riconducibili alla sola materia concordataria», ma fanno riferimento anche alla Convenzione di Lisbona, ratificata sia dalla Santa Sede che dall’Italia, che «stabilisce l’obbligo delle parti contraenti al riconoscimento delle qualifiche che danno accesso all’insegnamento superiore negli altri Stati firmatari». Da qui la decisione di un «accordo tecnico di collaborazione» che realizza, in realtà, «l’attuazione della Convenzione di Lisbona, ormai in vigore da più di 20 anni».

L’accordo prevede appunto il «completo riconoscimento da parte dell’Italia di tutti i titoli rilasciati» dalle istituzioni della Santa Sede e «rafforzerà e valorizzerà in modo particolare la collaborazione tra le Università, Facoltà ed altre Istituzioni Pontificie Romane con le loro sorelle Italiane nella città eterna, creando così a Roma – scrive il porporato – un polo universitario unico nel mondo, nel quale oltre alle varie discipline delle Università comprensive e specializzate dell’Italia si possono studiare in 62 Facoltà o istituti specializzati sotto l’autorità della Santa Sede: oltre alle scienze sacre e quelle con esse connesse, si offre una vasta gamma di altri studi superiori ecclesiastici, dall’archeologia cristiana fino alla Licenza interdisciplinare sulla protezione dei minori, dalla Musica sacra fino agli studi arabi e di Islamistica, dalla psicologia alla comunicazione sociale, oppure dalle lingue classiche e cristiane fino agli studi sulla Famiglia e il Church management».

Per limitarsi alle sole Pontificie università, a Roma ci sono la Gregoriana (Gesuiti), la Lateranense (direttamente dipendente dalla Santa Sede), l’Urbaniana (Propaganda fide), la S. Tommaso d’Aquino o Angelicum (Domenicani), la Salesiana, la Santa Croce (Opus Dei) e l’Antonianum (Francescani minori). Vi sono poi due atenei (Regina Apostolorum dei Legionari di Cristo e Sant’Anselmo) e numerosi Pontifici Istituti e Pontificie Facoltà (dal Biblicum e l’Orientale dei Gesuiti agli atenei per la latinità, l’arte sacra, gli studi arabi e di islamistica, la musica sacra, l’archeologia cristiana e, da ultimo, l’istituto per la tutela dei minori istituito presso la Gregoriana).

vaticaninsider

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