Roberto Maroni stacca un assegno da 60 mila euro per la kermesse di Comunione e Liberazione

Puntuale ogni anno il Pirellone non fa mancare la sua presenza al meeting di Rimini. E altrettanto puntuale stacca un assegno per partecipare con i suoi stand alla kermesse socio-politica organizzata dal movimento utracattolico di Comunione e Liberazione.

Anche quest’anno ecco 60 mila euro partiti da Milano con una delibera di venerdì 25 luglio firmata dal governatore Roberto Maroni e atterrati a Rimini per promuovere “le attività e gli eventi di Regione Lombardia”. Per capire quanto sia importante e influente il ruolo della regione-locomotiva del Paese e quanto radicato il movimento di Don Giussani in terra padana basta fare due conti: dal 2002 sono stati stanziati più di due milioni di euro in favore della kermesse targata Cl che da ormai 33 anni si ripete come un mantra ogni fine agosto.

Il Meeting per l’amicizia tra i Popoli è stato per anni sponsorizzato dal suo più illustre rappresentante politico, l’ex presidente Roberto Formigoni (oggi senatore alfaniano) che elargiva puntualmente fiumi di soldi pubblici per finanziare l’allestimento di costosissimi stand in rappresentanza dei vari assessorati regionali. Nei tempi d’oro del Celeste le cifre erano consistenti: 100 mila per il 2002, si sale 114.550 nel 2003, quasi triplicato l’anno dopo (311.300), sopra i duecentomila euro per gli anni successivi fino a scendere a 70 mila nel 2012, ultimo anno in sella prima di cedere la poltrona all’ex segretario leghista. Che ha continuato a garantire la presenza del Pirellone.

«Quei sessantamila euro sono un obolo politico di Maroni agli alleati ciellini – attacca il capogruppo Pd al parlamentino lombardo Enrico Brambilla – un investimento per garantirsi l’appoggio necessario a tenere in piedi la sua giunta. Al meeting i soldi della Regione non mancano mai a differenza di altre iniziative: al Festival della Letteratura di Mantova, che ha grande rilievo e grande seguito di pubblico, e che a differenza del Meeting si tiene in Lombardia, la Regione concede solo 20mila euro? Con quale criterio si decide? Evidentemente solo quello della convenienza politica».

Un anno fa all’evento, nonostante lo stesso stanziamento da 60 mila euro, il governatore non ha ritenuto opportuno presentarsi. Neppure per un saluto, per una stretta di mano tra gli stand, per qualche foto con i leader del movimento. Niente. «Il governatore doveva venire, ma non ha potuto» si era giustificato il presidente della Fondazione per la sussidiarietà Giorgio Vittatini. «Per un problema di agenda», si affrettava a precisare Emilia Guarnieri, che guida la Fondazione Meeting. In agenda Maroni aveva le vacanze, in effetti. L’imbarazzo è stato evidente: l’assenza certifica i rapporti difficili con Cl e i soldi dello stand risultano soldi buttati, perché senza la presenza del governatore il ritorno di immagine è minimo. Quest’anno non ha ancora annunciato la sua presenza. L’ultima partecipazione risale al 2001 come ministro del neonato Governo Berlusconi.

TRENTACINQUE ANNI DI LOBBY
“Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo”. È il leit motiv di quest’anno. Sei giorni, oltre 100 convegni, 14 esposizioni, 17 spettacoli in cartellone, 10 manifestazioni sportive con ospiti e visitatori provenienti da tutto il mondo.

L’universo ciellino ha trasformato il più grande palcoscenico della politica italiana fatta a misura di lobby in un evento clou da fine estate. Chi conta in Italia è passato da qui. Giorgio Napolitano non ha fatto mancare la sua presenza per l’edizione del 2011, quando il Paese era in mezzo alla bufera finanziaria e il Governo Berlusconi minimizzava: «Da quando l’Italia e il suo debito pubblico sono stati investiti da una dura crisi di fiducia e da pesanti scosse e rischi sui mercati, siamo immersi in un angoscioso presente, nell’ansia del giorno dopo, in un’obbligata e concitata ricerca di risposte urgenti», diceva il capo dello Stato tra gli applausi della platea.

Per quest’anno il premier Matteo Renzi ha deciso di non partecipare all’inaugurazione della trentacinquesima edizione ma la sua sua squadra di governo sarà ben rappresentata. Saranno sicuramente presenti ben sei ministri: Giuliano Poletti, Maurizio Martina, Federica Guidi, Gian Luca Galletti, Stefania Giannini e Beatrice Lorenzin. Inoltre, dopo quattro anni di assenza, tornerà il gran capo di Fiat, Sergio Marchionne, e per la prima volta da presidente di Confindustria sarà presente Giorgio Squinzi. L’importante è essere tra gli invitati e i relatori che contano.

LE GRANE DI DIO
Lontani dai riflettori che si accendono nei padiglioni della Fiera di Rimini, una grana giudiziaria ha scosso la potente Fondazione nata nel 2008 per gestire ospiti, sponsor e budget milionari. Lo scorso marzo sono stati rinviati a giudizio per truffa ai danni di ente pubblico i dirigenti del Meeting, accusati di aver percepito finanziamenti irregolarmente. La Procura di Rimini aveva chiesto il rinvio a giudizio sia della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, come ente con capacità giuridica, sia dei vari responsabili. Davanti al giudice dovranno comparire il prossimo 18 novembre la Fondazione, il direttore generale Sandro Ricci, il responsabile amministrativo Roberto Gambuti e Massimo Conti, amministratore con delega ai contratti.

Secondo le indagini della Guardia di Finanza, avrebbero fatto figurare nei bilanci perdite fittizie, spalmando quote dei ricavi su società collegate, per richiedere e ottenere contributi pubblici a cui altrimenti non avrebbe avuto diritto. In totale 310mila euro di fondi pubblici (relativi alle edizioni 2009 e 2010) ottenuti, grazie ai rendiconti ritoccati, da Regione Emilia Romagna, Agenzia di marketing della Provincia di Rimini, Camera di Commercio e ministero dei Beni culturali.

Toccata nel vivo la Fondazione Meeting ha smentito con forza ma si è impegnata a restituire i contributi ottenuti illecitamente dagli enti pubblici. Nonostante questo passo falso il Meeting rimane il più influente appuntamento e nessuno vuole rinunciare ad una platea di 800 mila visitatori insieme a politici, manager, banchieri e maître à penser. Un tutt’uno tra affari, potere, lobby e qualche messa.

fonte: espressorepubblica.it

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