Austria, quando la diocesi offre “lavoro”: si propongono i sacerdoti sposati

L’associazione dei sacerdoti lavoratori sposati ha commentato la notizia dell’offerta di lavoro a preti e laici della diocesi austriaca S. Polten: “Per risolvere la crisi delle vocazioni che rischia di pregiudicare gravemente la pastorale in tutta l’Europa cattolica, proponiamo a Mons. Klaus Küng e  ai tutti i vescovi europei di servirsi della collaborazione nelle parrocchie dei preti sposati che lo desiderassero e delle loro famiglie. Un grande problema potrebbe essere appaniato, basterebbe solo che Papa Ratzinger cambiasse la legge sul celibato obbligatorio per i preti. Servirebbe poi  una struttura adatta per il reinserimento dei preti sposati cattolici, struttura simile a quella creata per gli ex sacerdoti anglicani riaccolti nella chiesa cattolica”. (ndr)

Di seguito l’articolo:

Una singolare campagna promozionale per le vocazioni affidata a un noto pubblicitario con tanto di cartelloni stradali

Maria Teresa Pontara Pederiva
roma – vaticaninsider

Trovar lavoro in questi tempi di crisi è difficile, ma c’è chi sarebbe ben lieto di assumere perché ha tanti posti liberi.

E’ la diocesi di St. Polten nella Bassa Austria che, vista la penuria di vocazioni , ha deciso di uscire allo scoperto e avviare una campagna in grande stile affidata ad un noto pubblicitario, Lukas Leitner. Il risultato si può vedere lungo le strade: 80 cartelloni (più 300 in formato minore) con la scritta “Der Auftrag”, che starebbe per l’incarico, ma anche “la missione”. Come ogni campagna che si rispetti, le opzioni sono più d’una: ci sono foto che ritraggono alcuni sacerdoti, in altri c’è anche una religiosa e persino dei laici, perché, a dir la verità, sono anche le vocazioni laicali, di quanti spendono le loro energie nelle parrocchie, a venir meno in questi anni che hanno registrato una certa diaspora dalla Chiesa cattolica. Nonostante tutto l’Austria resta ancora un paese a maggioranza cattolica (64%), ma dal 1960 la diminuzione dei registrati è stata del 13%.

 All’Associated Press commentano: “Mentre la disoccupazione cresce in tutto il continente, una potente organizzazione internazionale offre centinaia di posti di lavoro a colletti bianchi”.

 Ironia a parte si tratta di una faccenda molto seria, comune a tutta Europa, che rischia di pregiudicare gravemente la pastorale: nella diocesi austriaca prestano servizio 244 preti (età media over 60) per coprire 423 parrocchie, e mancano i rincalzi. Nel corso della conferenza stampa di martedì scorso, riportata dai media, è il vescovo stesso, Klaus Küng, a definirlo “un problema enorme”. “I cartelloni, dice, raffigurano persone reali che lavorano con gioia per la Chiesa e sono pronti a dimostrarlo prestando i loro volti per la fotografia”. Questi improvvisati “modelli” in prestito alla pubblicità mostrano realmente una serenità che non rivela certo tutte le corse vorticose cui sono costretti per far fronte alla miriade di impegni pastorali che si accavallano.

Leitner rivela di aver scelto di associare la chiamata ad un’impresa da eroi moderni, all’interno del popolo di Dio: ed ecco preti, religiosi/e e laici (un insegnante di religione, un’assistente pastorale, un musicista e un animatore della preghiera). “E’ importante muoverci insieme”, diceva il vescovo.

A margine c’è da annotare che la campagna non costerà nulla alla diocesi di St. Polten in quanto è stata interamente sponsorizzata da due banche locali, la Raiffeisen-Landesbank Bassa Austria-Vienna e la Medio Oriente West Bank AG

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