Destituito e incarcerato il presidente del Perù

Destituito e incarcerato il presidente del Perù

Adista
È successo ieri quello che i peruviani desideravano ormai da tempo: l’allontanamento del presidente della Repubblica Pedro Castillo. Candidato della sinistra ed eletto nella primavera del 2021, dopo un solo anno aveva già la maggioranza della popolazione contro, convinta della corruzione di cui Castillo è stato presto accusato e che andasse sottoposto a indagine durante il suo mandato. E sotto indagine è stato posto più volte. Ieri però la mozione che avrebbe dovuto discutere i congressisti chiedeva che fosse destituito dalla Presidenza. Ha provato, Castillo, a non farceli arrivare: pochissime ore prima ha diffuso un messaggio con cui decretava di «sciogliere temporaneamente il Congresso della Repubblica e istituire un governo di emergenza eccezionale»; annunciava di voler «convocare nel più breve termine le elezioni di un nuovo Congresso con facoltà costituenti per elaborare una nuova Costituzione in un periodo non superiore a 9 mesi e ordinava un coprifuoco a livello nazionale a partire da quello stesso giorno dalle 22.

La mossa non gli è riuscita: il Congresso ha svolto la sua sessione come da programma e in pochi minuti, senza discussione, ha approvato la destituzione di Pedro Castillo per «incapacità morale permanente» con 101 voti favorevoli, 6 contrari e 10 astenuti. Contemporaneamente l’ormai ex presidente si sta preparando per rifugiarsi insieme alla famiglia presso un’ambasciata amica ma è stato arrestato. La presidenza è stata assunta dalla vice, Dina Boluarte.

È andato dunque “a buon fine” quello che è il terzo tentativo di rimuovere Castillo dalla sua carica. Presentatosi per il partito Peru Libre con un programma di sinistra radicale e con l’intento di elaborare e varare una nuova Costituzione, vittorioso per il forte malcontento dei peruviani, ha incontrato subito la più aggressiva opposizione, a partire dalla accusa di brogli elettorali, che lo ha fatto oggetto già di sei indagini preliminari, aggravando la già profonda crisi politica.

La destituzione è l’epilogo della denuncia, presentata al Congresso dalla Procura nazionale, nella persona della procuratrice Patricia Benavides, contro Castillo per aver guidato una presunta organizzazione criminale, nonché per traffico d’influenza e complicità in un presunto caso di collusione (frode). «Usare cariche pubbliche per l’arricchimento personale non è più immorale, ma criminale e abominevole», ha detto Benavides in una conferenza stampa a Lima in cui ha presentato la denuncia costituzionale contro il presidente.

Corruzione, in sostanza, come i presidenti passati, uno per tutti Fujimori. È vero che «ci sono elementi molto seri per sindacare il presidente e il suo entourage più stretto», ha commentato l’avvocato costituzionale e analista politico di Lima Edward Dyer, ma è altrettanto vero che, ha aggiunto Dyer, «l’attuale Congresso peruviano», congerie di «molteplici scandali di corruzione», è «più screditato dello stesso Castillo».

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