Il parroco di Renzi: nessuna sorpresa, anche Andreotti firmò per l’aborto…

È stato lui a educare al catechismo il giovane Matteo Renzi (che viveva proprio di fronte alla chiesa di Santa Maria Immacolata), a dargli la prima Comunione e a cresimarlo

di Giulio Gori – Corriere Fiorentino

Monsignor Giovanni Sassolini oggi è parroco della Collegiata di Figline Valdarno e responsabile del sostegno economico e dei pellegrinaggi per la diocesi di Fiesole. Ma per molti anni è stato pievano a Rignano sull’Arno. È stato lui a educare al catechismo il giovane Matteo Renzi (che viveva proprio di fronte alla chiesa di Santa Maria Immacolata), a dargli la prima Comunione e a cresimarlo. E ora proprio il cattolico Renzi — il popolare che ha rottamato la sinistra Pd — si è fatto promotore della legge che tanto ha fatto arrabbiare le alte gerarchie della Chiesa.

Don Sassolini, cosa pensa delle legge sulle unioni civili tra omosessuali?

«La posizione della Chiesa è stata ampiamente espressa dalla Cei».

Quindi, lei non sta con Renzi ma con i Family Day?

«No, i Family Day partono in quarta in modo molto poco pastorale. Ma noi preti su questa legge dobbiamo tacere e attenerci a quel che dice la Chiesa».

Però ammetterà che tra i toni di Papa Francesco e quelli della Cei un po’ di differenza si avverte… Il primo dice «non mi immischio», la seconda parla di «sconfitta per tutti».

«Ciascuno ha la propria sensibilità, la propria cultura, la propria vita e si esprime di conseguenza. Ma io mi attengo ai documenti di Papa Francesco. Poi il governo, che rappresenta la maggioranza dei cittadini, giustamente si regola secondo la sua coscienza».

E lei, in coscienza, si sente di condannare Renzi?

«Io non condanno nessuno. Né il Family Day, né Renzi, né i nostri deputati.Tot capita, tot sententiae, dicevano i romani: ognuno ha il suo punto di vista. La maggioranza degli italiani voleva la legge, benissimo. Poi mi sembra che nessuno sia obbligato a contrarre l’unione civile, come non si è obbligati a divorziare o non si è obbligati ad abortire. Poi sarà la sua coscienza di ognuno di noi che si confronterà col bene di Dio e col bene degli altri».

Da Renzi, che è stato suo chierichetto, se la sarebbe aspettata una legge così?

«Non mi sembra un fatto nuovo: se non sbaglio, fu il cattolicissimo Andreotti, quando era presidente del Consiglio, a firmare la legge sull’aborto. Forse, in coscienza sua, si sentì in dovere di farlo».

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