Le case, la chiesa, la posta e il bar: a Monza il primo villaggio Alzheimer

Ha tutto l’aspetto di un piccolo paese: le case, la chiesa, l’ufficio postale, il bar con le tende da sole bianche e rosse, il teatro, il minimarket, la piazza del mercato e la proloco. Si chiama il «Paese ritrovato» ed è il primo villaggio per l’Alzheimer che si sta realizzando in Italia, il secondo in Europa dopo un’analoga esperienza olandese.
Il cantiere, su un’area di 14 mila metri quadri, alle spalle della residenza per anziani San Pietro, lungo il viale che conduce alla Villa Reale, è partito il 21 dicembre scorso e si chiuderà alla fine dell’anno. Già in primavera i 64 ospiti previsti potranno iniziare ad abitare negli appartamenti pensati per loro. «È un nuovo modello per i malati di Alzheimer e demenza senile — spiega Roberto Mauri, direttore della cooperativa sociale La Meridiana che da 40 anni in città gestisce una residenza per anziani e ha da poco realizzato il primo centro per malati di Sla e stati vegetativi—: abbiamo pensato ad un villaggio dall’atmosfera raccolta, dove sarà più semplice essere guidati e non perdere l’orientamento, mantenendo le proprie abitudini e la propria autonomia senza rischi».

Gli ospiti potranno uscire di casa, andare dal parrucchiere per una messa in piega, passare al minimarket o ritirare i soldi in banca. Tutto come in un paese reale se non fosse che i soldi che circoleranno nel villaggio ritrovato sono delle riproduzioni, mentre la parrucchiera, il barista, la cassiera del supermercato o l’addetto alle poste saranno reclutati tra il personale socio assistenziale, appositamente formato per rapportarsi con i pazienti con una supervisione attenta e mai invadente. «I dati dell’esperienza olandese — prosegue Mauri — hanno dimostrato che mantenere la propria indipendenza pur in una situazione protetta migliora la vita dei malati, riduce lo stress, le manifestazioni di rabbia e diminuisce l’uso dei farmaci».
Il progetto da 8,5 milioni di euro è stato finanziato con 6 milioni di euro da un gruppo di famiglie di industriali di Monza e Brianza, tra i quali i Fumagalli di Candy, i Fontana della multinazionale dei bulloni, i Rovati di Rottapharm e la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza. Altri imprenditori del territorio sono ora chiamati a farsi avanti per la realizzazione degli arredi degli appartamenti formati da otto camere da letto singole con bagno, oltre a cucina e soggiorno in comune.
I prototipi di alcuni arredi «intelligenti» sono stati studiati da un gruppo di studenti del terzo anno del corso di design del Politecnico di Milano sotto la guida della docente, Sabrina Muschiato. C’è chi ha progettato un armadio che pare una vetrina con i ripiani che si illuminano in sequenza: prima la biancheria, poi la camicia, i pantaloni, le calze e infine le scarpe; chi si è dedicato alla cucina «Chef» dotata di luci e suoni per guidare il malato a prepararsi in autonomia un piatto di spaghetti; chi ancora ha disegnato una tasca portariviste adattabile al bracciolo di una poltrona o di un divano che contiene un sistema di sensori e permette di registrare i parametri vitali del paziente ed inviarli ai familiari o al medico curante. Gli studenti del Politecnico non hanno trascurato i complementi d’arredo come un pannello mutisensoriale, un proiettore con giochi per stimolare la memoria e un vaso di fiori che nasconde un diffusore di profumi che possono risvegliare i ricordi.
In attesa dell’inaugurazione del «Paese ritrovato» l’intera città di Monza è pronta a diventare una dementia friendly community sull’esempio di Plymouth, Newcastle, Norwich in Inghilterra, Abbiategrasso o Albino in Italia: «Saremo la prima città italiana sopra i 100 mila abitanti ad aderire al progetto — ha detto il sindaco Dario Allevi —, apriremo un tavolo di lavoro insieme alla Federazione Alzheimer Italia e alla Cooperativa La Meridiana per formare gli agenti della polizia locale, i commercianti, i cittadini in modo da creare un tessuto sociale a sostegno della persona affetta da demenza».
Del resto i dati del rapporto mondiale Alzheimer stimano la presenza di 46,8 milioni di persone al mondo con 9,9 milioni di nuovi casi all’anno. In Lombardia sono 80 mila le persone malate di Alzheimer o che soffrono di una qualche forma di demenza senile e rappresentano il 13% dei malati in Italia.
corriere.it

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