Lebbra, un caso a Treviso

Il caso di lebbra riscontrato ad un bengalese nel trevigiano è, ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, “sotto controllo e non c’è nessun allarme, ma l’ attenzione sanitaria resta al massimo anche sul fronte di mare nostrum”. Zaia, in una conferenza stampa all’ospedale di Treviso dove è stato riscontrato il caso, ha ribadito che “la situazione è totalmente sotto controllo e lo è anche grazie all’attenzione e alla velocità diagnostica dei medici di questo nosocomio, che hanno rinvenuto questa patologia in un paziente ricoverato per tutt’altri problemi. Questo approccio, per il quale ringrazio l’ ospedale ed i suoi sanitari, – ha aggiunto – è di per sé stesso garanzia di sicurezza e attenzione”. Il paziente è un bengalese di 37 anni, che era stato inizialmente ricoverato per problemi cardiaci.

“Questo tipo di patologia – hanno spiegato i sanitari – è a basso tasso di infettività e si trasmette solo con contatto diretto prolungato. Le terapie sul paziente stanno dando i risultati attesi e la profilassi sui contatti familiari è stata avviata”. “Ciò nonostante – ha detto Zaia – dobbiamo prendere realisticamente atto della possibilità, non escludibile a priori, che alcune malattie da tempo debellate possano riprendere vigore anche da noi e la salvaguardia della salute dei cittadini Veneti è un mio obbligo costituzionale. Per questo l’attenzione dell’intero sistema sanitario veneto rimane al massimo, sia sul piano della prevenzione che su quello della profilassi dove e quando necessaria”.

Usl Treviso: no problemi contagio – Le autorità sanitarie dell’azienda sanitaria locale Usl 9 di Treviso hanno tranquillizzato oggi l’opinione pubblica, nel corso di un incontro con la stampa ed alla presenza del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in merito a possibili rischi di contagio dopo il caso di lebbra riscontrato ieri su un cittadino del Bangladesh. Secondo i medici, infatti, l’unica precauzione necessaria assunta è stata quella di ricoverare il paziente in una camera singola, in uno stato di isolamento precauzionale, e di controllare le cinque persone conviventi nella stessa abitazione a Quinto di Treviso (Treviso). La lebbra, è stato spiegato, è veicolata da un batterio “simile a quello della Tbc ma più lento” che viene “distrutto dai globuli bianchi quasi sempre”. L’incubazione è di sei-otto anni e dunque l’origine della patologia riscontrata nel paziente è ricondotta con tutta probabilità ad un contagio nel paese natale, dal quale è partito otto anni fa. Rispondendo ad una domanda sull’eventualità di un contagio da Ebola in Italia, i vertici della sanità trevigiana hanno escluso qualsiasi rischio dato che, hanno spiegato, il fenomeno “è concentrato in un’area rurale di una zona dell’Africa” e che il decorso letale “è molto rapido e dunque incompatibile con la lunghezza di un viaggio per raggiungere l’Europa di una persona contagiata”.

SCHEDA, COS’È E COME SI TRASMETTE LA LEBBRA – La lebbra, o morbo di Hansen, è causata dal Mycobacterium leprae, un batterio che cresce lentamente, con un periodo di incubazione che varia dai 5 ai 20 anni. Si trasmette, spiega l’Oms, via saliva e muco nasale di pazienti con la malattia in fase molto avanzata, ma non è considerata molto infettiva. I sintomi principali sono a carico della pelle, dei nervi periferici, della mucosa del tratto respiratorio superiore e degli occhi. Se non trattata la lebbra può portare a danni ai nervi, che comportano debolezza muscolare e atrofia con disabilità permanente. Il trattamento della lebbra dura 6-12 mesi, con una terapia a base di diversi farmaci, che hanno pochi effetti collaterali e non danno resistenza.

Nel 2011,ultimo anno per cui sono disponibili statistiche, ci sono stati circa 220mila casi di lebbra nel mondo, in prevalenza concentrati nel sud est asiatico (160mila), ma anche in Africa, America, Mediterraneo orientale e Pacifico occidentale. In totale hanno segnalato casi 105 paesi del mondo. ‘’In Europa – spiegano gli esperti dell’Oms – negli ultimi anni non sono stati segnalati casi, ma sporadicamente qualche stato ancora ne registra’’. La percentuale di bambini sul totale varia notevolmente da nazione a nazione, e può passare dal 2,3% della Cina al quasi 40 della maggior parte dei paesi africani.

 

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