Quelle suore pensano troppo!

Le suore d’America, o meglio, la loro più grande organizzazione, assume posizioni che contraddicono gli insegnamenti della Chiesa su omosessualità e sacerdozio e “promuove tesi radicali femministe incompatibili con gli insegnamenti della fede cattolica”.  Il clero femminile americano ha una lunga tradizione che potremmo definire progressista, una tradizione che risale al Concilio Vaticano II. Progressista è una parola che non piace alle alte sfere cattoliche di questi tempi, a Roma come negli Stati Uniti. La Congregazione per la dottrina e la fede, l’organismo che veglia sulla purezza della dottrina. A guidarla per 25 anni è stato il Cardinale Joseph Ratzinger, sostituito da Anthony Levada, americano, già cardinale di San Francisco (non deve essere un caso: è la città più avanti d’America sui temi dei diritti omosessuali). Ieri la Congregazione ha sferrato un attacco durissimo contro l’LCWR, la Leadership Conference of Religious Women, organizzazione ombrello che raccoglie e rappresenta l’80 per cento delle 57mila suore d’America. Un numero crollato rispetto a qualche anno fa, come ovunque nel mondo sviluppato. C’è un arcivescovo, quello di Seattle, che viene nominato per rivedere l’organizzazione, riscriverne lo statuto, correggere le distorsioni. Ha tempo cinque anni. Una indagine apostolica è stata condotta anche su tutte le congregazioni religiose femminili americane, ma di quella non sappiamo nulla. Quelle ad esempio che producono delle prese di posizione che sono in disaccordo o sfidano le opinioni dei vescovi, “che sono gli autentici maestri di fede e morale della Chiesa”.  Le suore parlano troppo di omosessualità, diritti, sacerdozio femminile e non abbastanza di temi “cruciali per la Chiesa” come l’aborto o l’eutanasia. Altra organizzazione a finire nel mirino è NETWORK, “lobby cattolica per la giustizia sociale”, come si legge sul sito, accanto ad appelli per una legge sull’immigrazione e la costituzionalità della riforma sanitaria. La lobby è collegata alla LCWR e questo collegamento verrà rivisto. “Non devono aver gradito il nostro sostegno alla riforma sanitaria Obama” spiega Sorella Simone Campbell, “abbiamo dato un’interpretazione di un documento politico in base alla fede in maniera diversa dai vescovi. Ma non abbiamo violato nessun insegnamento”. Le organizzazioni di suore sono sbigottite – e probabilmente furiose.  Un comunicato del LCWR recita appunto: “La leadership è sbigottita, teniamo ogni anno incontri con lo staff della Congregazione e seguiamo statuti approvati”, si annunciano risposte durante il meeting annuale.  Non sapevano dell’indagine fino alla conclusione dell’indagine nel 2010. Ci sono poi voluti due anni per rendere pubblica la decisione della Congregazione vaticana. A Roma hanno tempi lunghi, tempi così lunghi da dover rincorrere la storia. Ma sono inesorabili.

unita.it

20 Aprile 2012 ore 06:50

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