Festival internazionale del cinema di Berlino (5-15 febbraio) l’Italia corre con una storia davvero singolare di doppia identita’ sessuale, VERGINE GIURATA

Protagonista di VERGINE GIURATA della giovane regista romana Bispuri, gia’ vincitrice con i corti di un David di Donatello e di un Nastro d’Argento, e’ Alba Rohrwacher. Girato tra l’Albania e Bolzano, il film e’ ispirato all’omonimo romanzo di Elvira Dones (Feltrinelli) che racconta di una pratica tribale: il Kanun. Una legge che permette a una donna albanese, se giura di rimanere vergine, di avere gli stessi diritti dei maschi. E’ il caso appunto di Hana, bambina cresciuta sulle montagne albanesi che, per sfuggire al suo destino, si appella a questa legge della sua terra prendendo il nome di Mark e rinunciando cosi’ ad ogni forma d’amore. Il film e’ una produzione Vivo film e Colorado con Rai Cinema, Bord Cadre films (CH), Match Factory Productions (D) ed Era Film (AL/KO).

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La storia ha inizio sulle ‘montagne maledette’ dell’Albania del nord, 30 anni fa. Un mondo a parte, una società patriarcale dove vige il codice Kanun che regola la vita di tutta la comunità delle montagne, basato sulla vendetta di sangue, sull’onore e sui clan familiari. Nel Kanun c’è scritto cha la donna è un otre che deve solo sopportare. Qui nasce Hana, una giovane che vorrebbe urlare al mondo ‘io sono libera, forte e donna’ e si scontra con questa società arcaica. Hana perde i genitori e viene adottata dagli zii dove cresce insieme alla loro figlia, la cugina Lila. Due ragazzine che hanno lo stesso spirito d’evasione, ma le cui strade si dividono. Lila scappa da un matrimonio combinato. Hana, legata alla famiglia che l’ha accolta, in particolare allo zio che avrebbe voluto un figlio maschio, non ha la forza di andarsene ma deve fare i conti con la sua natura ribelle in quel mondo così arcaico.
Decide così di diventare una ‘vergine giurata’. La donna in quei paesi ha la possibilità di fare un giuramento davanti a 12 vecchi del villaggio: prendere il nome di un uomo, indossare i vestiti maschili e così essere libera come lo sono gli uomini, a condizione che neghi per sempre la sessualità e l’amore, rimanendo vergine per tutta la vita.
Hana trascorre da sola ben 10 anni tra quelle montagne, ma un giorno, dopo aver perso entrambi gli zii, Hana raggiunge l’Italia dove c’è la cugina Lila e sua figlia Ionida, una ragazzina che fa nuoto sincronizzato, avendo un’idea della femminilità perfetta.
Attraverso queste due figure Hana fa un percorso di micromovimenti per riprendersi la parte di femminilità che aveva rinnegato per tanti anni, fino ad avere un contatto con un uomo ed essere pronta ad amare.

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