Per Foley chiesero 100 milioni Ora si teme per le due italiane

La comunita’ internazionale si coalizza contro lo Stato islamico (Is), man mano che emergono le immagini di terrore e morte seminati in questi anni in Siria e in Iraq. Se gli Stati Uniti piangono la morte di James Foley, decapitato dai miliziani del Califfato, l’Italia teme per la sorte di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. E’ il Guardian a riportare, senza citarne i nomi, che “due donne italiane, una danese e una giapponese catturate alla periferia di Aleppo di recente” sono nelle mani dell’Is. Dopo il rapimento le donne sono state trasferite a Raqqa, roccaforte dell’Is nel nord della Siria, ma non e’ detto che il loro destino debba essere quello di Foley.

Intanto dagli Usa si viene a sapere che Is aveva chiesto tramite una mail ai genitori di Foley un riscatto da 100 milioni di euro, che l’amministrazione americana si e’ rifiutata di pagare. Americani che avevano tentato di liberare all’inizio dell’estate James Foley e altri ostaggi che si trovavano con il reporter. A scriverlo e’ il Washington Post, che da’ notizia cosi’ del primo intervento di terra americano in Siria, dove decine di soldati scoprirono il covo in cui gli ostaggi erano tenuti. Questi ultimi, pero’, “non erano presenti in quel luogo”, ha reso noto il Pentagono con una dichiarazione che non cita esplicitamente Foley ma conferma il tentato blitz. L’operazione, ha aggiunto il Pentagono, “fu autorizzata all’inizio di questa estate” e vide anche il ferimento di un soldato a stelle e strisce nel corso di un violentissimo combattimento con elementi dello Stato islamico, che oltre a Foley ha in mano anche Steven Sotloff, un altro reporter che compare nel raccapricciante video della decapitazione di Foley.
Obama, ha spiegato Lisa Monaco, “assistente del presidente americano per il controterrorismo e la sicurezza nazionale, “autorizzo’ l’operazione quando venne accertato che gli ostaggi, passati nelle mani dello Stato islamico, erano in pericolo. Il governo ha ritenuto che vi fossero sufficienti elementi di intelligence e che, qualora se ne presentasse l’opportunita’, bisognava coglierla per recuperarli”.
Da ultimo l’Iran, il cui intervento in Iraq e’ stato invocato da piu’ parti, ha condizionato il suo intervento contro lo Stato Islamico solo se l’Occidente “revochera’ tutte le sanzioni” adottate “per il (suo) programma nucleare”. Lo ha chiarito il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif: “Se accetteremo di fare qualcosa in Iraq, l’altra parte nei negoziati (“5+1″, ndr) dovrebbe fare a sua volta qualcosa in cambio. Tute le sanzioni legate al programma nucleare iraniano dovrebbero essere revocate”, ha detto il capo della diplomazia iraniana citato dall’agenzia ufficiale Irna. (AGI) .

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