APPROPRIAZIONE INDEBITA E MALVERSAZIONE DI FONDI PUBBLICI: LE ACCUSE MOSSE DALLA PROCURA ALL’EX VESCOVO DI TRAPANI

Appropriazione indebita e malversazione di fondi pubblici: i reati contestai dalla Procura all’ex vescovo di Trapani Francesco Miccichè. Perquisita la sua abitazione.

Da “parte lesa” ad accusato. Lui, Francesco Miccichè che si è sempre definito vittima di un complotto, risponde alle contestazioni della Procura di Trapani con un post pubblicato sulla sua bacheca di Facebook. “Buonanotte: Signore, converti i cuori dei consacrati che hanno venduto  la propria anima al diavolo”. Una frase che l’ex vescovo di Trapani ha scritto dopo la perquisizione eseguita dagli agenti di polizia giudiziaria nella sua abitazione di Monreale. Le ipotesi di reato formulate a carico del prelato sono pesanti:  appropriazione indebita e malversazione di fondi pubblici.  Nelle sue tasche , secondo la tesi dell’autorità giudiziaria, sarebbero finite ingenti somme di denaro  destinate ad opere di carità. Un problema, però, più volte segnalato alla Conferenza episcopale che destina le somme alle Curie italiane per due finalità: pastorale e di culto, ovvero per opere di carità. Molto spesso, però, la prima finalità prende il sopravvento sulla seconda, distogliendone i fondi predestinati.  Da verificare dagli uffici inquirenti se, invece, l’ex vescovo abbia malversato tali somme così come, sembrerebbe,  secondo le dichiarazioni,  rese ai Pm,  di  don Sergio Librizzi che il prossimo 9 marzo dovrà comparire davanti al Gip del tribunale del capoluogo per rispondere dei reati di concussione e violenza sessuale. L’ex direttore della Caritas venne arrestato dagli agenti della sezione di Pg della Forestale con l’accusa di aver preteso prestazioni sessuali da parte di giovani di colore in cambio del suo aiuto per agevolare le pratiche per il riconoscimento dello status di rifugiato politico. Il sacerdote, infatti, faceva parte della commissione ministeriale che valutava le istanze dei migranti ospitati nei centro di accoglienza e nelle strutture dislocate nel Trapanese. Dinnanzi alle contestazioni sull’utilizzo di somme dell’8 per mille, destinate ad opere di carità, l’ex parroco di San Pietro si sarebbe difeso, sostenendo che le uscite indicate nei rendiconti della Caritas sarebbero fittizie e, soprattutto,  non a lui riconducibili.  Le rivelazioni di Librizzi hanno aggiunto un nuovo capitolo allo scandalo della Diocesi di Trapani.  Scandalo che attirò l’attenzione della Procura per l’ammanco di un milione di euro nella fusione di due fondazioni,  nonché quella di papa Benedetto XVI che, nel 2012,  rimosse il vescovo di Trapani.  Nell’inchiesta vennero indagate tredici persone per i reati di truffa e falso. Tra costoro anche un altro prete assai influente: Ninni Treppiedi – sospeso “a divinis” –  che sarebbe stato il regista della fusione per incorporazione della fondazione “Campanile” con l’ “Auxilium” avvenuta nel dicembre del 2007.

Luigi Todaro

telesud3.com

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