La riammissione dei preti sposati e Papa Francesco : «È un problema presente nella mia agenda»

Corriere della Sera, venerdì 20 febbraio 2015

Io sono un po’ sordo eh?, magari ho capito male, ma mi pare che Papa Francesco abbia proprio detto: Il problema dei preti sposati è presente nella mia agenda… Importante, no?». Don Giovanni Cereti, fine teologo, è il rettore della confraternita di San Giovanni Battista de’ Genovesi a Roma. Ma è anche uomo di spirito: «Adesso scherzate pure sul fatto che mi chiamo don Giovanni come il celebre seduttore…». La sua battaglia in favore dei preti sposati però ha radici antiche («Non chiamateli spretati, si resta preti in eterno») e così ieri, in Vaticano, durante l’incontro di Francesco con i sacerdoti della Capitale, don Cereti è tornato alla carica: «La Chiesa di Romariammetta al ministero tutte queste persone preparate e serie, i preti sposati. Sapesse Santità in quanti tornerebbero. A migliaia…». EBergoglio a sorpresa gli ha risposto in quel modo.Il rettore spiega l’urgenza della sfida col fatto che «la Chiesa latina oggi è in difficoltà, c’è la crisi delle vocazioni e può capitare che un prete debba coprire anche 7-8 parrocchie da solo. La scristianizzazione, la secolarizzazione, sono legate proprio alla carenza di sacerdoti, non ce n’è abbastanza per seguire le persone… Possibile che il Papa vada in Parlamento (lo fece Wojtyla nel 2002, ndr ) a chiedere l’amnistia e l’indulto per i detenuti, eppure ancora oggi la Chiesa non sia capace di dare un indulto, di dare l’indulgenza cioè, ai suoi preti sposati, concedendo loro di riprendere il ministero?».Qui non è un problema di uniformarsi – aggiunge don Cereti – ai cristiani ortodossi e alle Chiese orientali, dove i preti sposati possono celebrare la Messa e consacrare l’Eucaristia. Sembra piuttosto questione di sopravvivenza: «Anche il valore del celibato, oggi, con in giro tanti celibi per egoismo, andrebbe forse rivisto in favore del matrimonio come testimonianza di fede». Papa Francesco, ieri, ha detto pure che il 10 febbraio, a Santa Marta, ha festeggiato il 50° anniversario di sacerdozio di 7 preti che hanno concelebrato con lui. E alla messa – ha svelato – erano presenti anche 5 preti sposati. Forse, un orizzonte che si apre: «Io sono fiducioso – conclude don Giovanni —. Perché sento che il Papa vuole realizzare quella riforma della Chiesa decisa dal Concilio Vaticano II e applicata finora solo parzialmente. Perciò continuerò a battermi anche per l’ordinazione al presbiterato (non solo al diaconato) dei laici sposati e per l’assoluzione dei divorziati risposati. Sapete, io ho 82 anni e a sposarmi, in verità, rinunciai ben 55 anni fa. Presi la decisione serenamente insieme con un’altra persona, ora consacrata nel mondo. E sto bene così». Fabrizio Caccia

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