Il ragioniere che si è fatto prete «Ora sono felice»

SALCEDO. Il racconto del contabile ordinato sacerdote a 29 anni
Erick Xausa aveva sentito la “chiamata” a 14 anni ma poi era finito nello studio di un commercialista A 22 anni la svolta: «Volevo dedicarmi a Dio»

La “chiamata” l’aveva sentita già a 14 anni, ma per i dubbi dei suoi genitori e per la paura di sbagliare strada aveva soffocato quella voce che gli chiedeva di dedicare la sua vita a Dio. E così il salcedense Erick Xausa, 29 anni, aveva continuato a vivere l’esistenza che ci si aspetta da un giovane: le serate in compagnia degli amici, l’impegno in parrocchia come chierichetto e animatore, gli studi superiori per raggiungere il diploma di maturità, ed infine il lavoro, trovato a pochi chilometri di distanza da casa, in uno studio commercialista di Breganze. Una vita invidiabile, ma che a Erick ad un certo punto è andata stretta: a 22 anni, quella voce che da tempo lo chiamava a sé si è fatta assordante, e lui ha deciso di darle ascolto. «Ero impiegato da due anni in uno studio professionale di Breganze – spiega don Erick, ordinato sacerdote il 3 giugno – e non posso dire che fossi infelice, però sentivo che non ero destinato a quella vita. Certamente la vocazione rimane un mistero, ma è la stessa cosa per due sposi che, in un mondo di possibilità, si scelgono a vicenda e si promettono amore eterno. Ecco, io questo amore l’ho sentito per Dio ed ho deciso di abbandonare tutto per dedicarmi a Lui». Una scelta che inizialmente papà Silvano, mamma Maria Grazia, il fratello minore Rudy e gli amici hanno faticato ad accettare. «La prima volta che ho parlato ai miei genitori della “chiamata” – continua – è stato in terza media e per farlo avevo invitato a casa, senza avvisarli, un animatore conosciuto ai gruppi di chierichetti. Quando mia madre si è resa conto del motivo della visita è rimasta scioccata ed io ho capito che non era il momento giusto. La seconda volta, invece, forse anche perché ero più adulto, la mia scelta è stata accettata con più serenità, anche se sempre con molto fatica. Probabilmente, agli occhi di un genitore, la vocazione appare ancora come la perdita di un figlio e non il ritrovarsi un sacerdote in famiglia. Anche i miei amici sono rimasti sorpresi da quella che considerano una scelta fuori dal comune, ma poi hanno visto che sono felice e hanno condiviso con me il percorso per arrivare ad indossare i paramenti liturgici». Nel 2005, all’età di 22 anni, nonostante la sicurezza di un posto fisso ed una vita ormai programmata, Erick decide di entrare nella comunità “Casa Sant’Andrea” di Padova dove inizia gli studi seminaristici. A giugno il coronamento del suo sogno, quando a Padova è stato ordinato sacerdote di fronte alla sua famiglia commossa. «Un giorno indimenticabile – conclude – e quando sono rientrato a Salcedo l’intero paese è venuto a festeggiarmi, dopo avermi sostenuto in tutti questi anni. Sono convinto che la vocazione nasca in un terreno fertile, disposto ad accogliere scelte che vanno controcorrente, e Salcedo negli ultimi 25 anni ha dato a Dio due preti, un frate francescano, un diacono e ora anche me».

Alessandra Dall’Igna – ilgiornaledivicenza

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