Faac, una nuova sorpresa dall’eredità e i 60 milioni di euro liquidati dalla diocesi Bologna del Vescovo Zuppi

Volendo essere ironici verrebbe da dire che i fondi della Faac, o per meglio dire dell’Arcidiocesi di Bologna, hanno aiutato il boom della «city of food» ad arricchirsi di un altro locale dove poter mangiare. Ma sarebbe sbagliato per una serie di motivi. Innanzitutto perché l’Antico circolo petroniano di via dell’Orso, traversa di via Indipendenza, esiste da molto prima che Mariangela Manini e il compagno Ugo Nazzarro decidessero di lanciarsi in questa avventura enogastronomica, investendo nel ristorante una parte della maxi liquidazione con la quale la Curia decise di chiudere la battaglia legale sull’eredità di Michelangelo Manini, il proprietario della multinazionale dei cancelli morto nel marzo 2012 lasciando tutto il suo patrimonio alla chiesa bolognese.

LA QUERELLE DELL’EREDITA’ — La vicenda è arcinota: Mariangela, cugina dell’imprenditore, fu la prima a impugnare il lascito sostenendo che i testamenti della Curia non fossero autentici e venne seguita nella querelle giudiziaria anche dagli altri parenti di Manini. Tra vari colpi di scena l’intricata questione (compresa la rivelazione di Mariangela di essere in realtà la sorella di Michelangelo, ma mai confermata dall’analisi del dna) venne chiusa nel 2014 grazie a un accordo da 60 milioni di euro con cui l’Arcidiocesi liquidò sette parenti. «Non ci nascondiamo dietro un dito, sappiamo delle nuove possibilità che abbiamo adesso — spiega Nazzarro, che parla anche a nome della compagna — pensiamo che un po’ di Faac sia anche qui perché Giuseppe Manini, padre di Michelangelo, era una buona forchetta, gli piaceva molto mangiare bene e avrebbe apprezzato un posto così. Ma ci teniamo a sottolineare che questo non è solo un ristorante, ma un’associazione culturale, che speriamo diventi punto di riferimento per tutte quelle realtà che promuovono la cucina bolognese nel mondo». La coppia frequentava in passato il locale e quando c’è stata l’occasione ha deciso di comprare lo spazio, gestito già da tempo dallo chef Saverio Quadrelli, da tutti conosciuto come «il Cuocone».

LA CONTINUITA’ IN CUCINA — «Una volta che siamo diventati proprietari ci siamo confrontati con lui — commenta Nazzarro — e abbiamo deciso di far continuare l’attività con la sua cucina e lo staff formato da altre quattro persone. Insomma non siamo sprovveduti, non essendoci mai occupati di questo settore ci siamo affidati alla sua esperienza. Sappiamo anche che non si diventa miliardari, anzi, ma questa novità ci entusiasma e se possibile proveremo anche a fare qualcosa per la città». Si tratta di 40 coperti che saranno animati non solo dai piatti di Quadrelli, molto incentrati sulla tradizione delle Due Torri, ma anche da appuntamenti per giustificare il nomignolo di «Club della buona cucina». Si pensa a percorsi di degustazione e corsi per sommelier, ma soprattutto dibattiti attorno a tagliatelle, lasagne, tortellini e tutto quello che il cibo possa permettere. «Vorremmo organizzare da noi la firma dell’accordo con il quale si stabilisce che lo spaghetto alla bolognese (sì proprio lui, ndr) deve essere fatto con il ragù bolognese preparato seguendo la ricetta depositata alla Camera di commercio — aggiunge Nazzarro — abbiamo notato che tante associazioni culinarie cittadine non hanno un luogo d’incontro e vorremmo diventarlo».

corriere.it

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