Preti australiani rilanciano il dibattito sul celibato sacerdotale

La questione del celibato obbligatorio per i preti è tornata di nuovo al centro del dibattito ecclesiale in Australia.

Alla fine di gennaio è stato infatti reso pubblico un documento preparato dal National council of priests (Ncp) per il Sinodo dei vescovi che si terrà a Roma il prossimo ottobre.

In una lettera di tre pagine, l’associazione, che raggruppa la maggior parte dei preti australiani, ha chiesto al Vaticano di rivedere l’obbligo del celibato sacerdotale.

E’ stata soprattutto una frase ad aver attirato l’attenzione dei media: «Il sacerdozio è un dono, e così lo è il celibato, ma non sono lo stesso dono».

Tuttavia, come ha sostenuto sul quotidiano The Age Martin Dixon, prete di Melbourne e membro del comitato esecutivo dell’Ncp, l’intenzione non era tanto quella di riaprire una discussione teologica sul significato del celibato in sé, ma la preoccupazione di rendere meno ardua ai fedeli cattolici la possibilità di partecipare e ricevere l’Eucaristia.

Infatti, sottolinea padre Dixon, nonostante una lieve crescita nel numero dei seminaristi registrata alla fine del 2004, «nel giro di vent’anni la Chiesa in questa città avrà solo un quarto del numero dei preti necessario per offrire un adeguato servizio sacerdotale.

Non dimentichiamoci inoltre che la maggior parte del clero ha un’età compresa fra i 55 e i 75 anni».

Fra i tanti segnali d’allarme, un documento di una commissione pastorale dell’arcidiocesi di Brisbane ha evidenziato recentemente che il numero dei preti diocesani diminuirà del 25 per cento entro il 2011, in una zona in cui la presenza dei cattolici continua a crescere per via delle emigrazioni interne. E su questo sfondo che va interpretata la presa di posizione dell’Ncp.

La richiesta di ridiscutere il celibato sacerdotale al prossimo Sinodo dei vescovi è già stata accolta favorevolmente dal vescovo ausiliario di Canberra e Goulbum, Pat Power, e dal vescovo della diocesi rurale di Wagga Wagga, Gerard Hanna.

Inoltre, un editoriale di tenore simile è stato pubblicato anche dal Catholic Leader, l’organo ufficiale dell’arcidiocesi di Bdsbane.

Di parere contrario invece l’associazione “rivale” dell’Ncp, The australian con fraternity of catholic clergy, che vede l’obbligo del celibato come «testimonianza unica di servizio totale a Cristo e testimonianza della vita che deve venire».

Infine, ha sorpreso la reazione dell’arcivescovo di Sydney.

Membro lui stesso dell’Ncp, il cardinale George Peli ha dichiarato di approvare la maggior parte di quanto scritto nel documento al centro del dibattito, concludendo enigmaticamente:

«Ci sono molte stanze nella casa del Padre».

(in  JESUS, n.  3 MARZO 2005, pag. 41)

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