Riforme Renzi nel caos. Dopo bagarre in Aula scatta il ‘canguro’,

E’ iniziato in Senato l’esame e il voto degli emendamenti al ddl sulle riforme, dopo oltre un’ora di dibattito sulle decisioni della Giunta per il Regolamento sulla regola del “canguro”. E la medesima regola verrà subito applicata sull’emendamento di Sel in discussione, che se bocciato farà saltare 38 emendamenti.

Renzi: ‘Abbiamo ancora pazienza’
“#Mentreloro hanno finito il tempo, noi non abbiamo finito la pazienza. Grazie ai senatori che stanno sostenendo questa riforma #lavoltabuona”. Così Matteo Renzi su twitter sulla riforma del Senato.

Finocchiario: ‘Esame legge elettorale subito dopo estate’
“Proporrò all’Ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali di calendarizzare, immediatamente alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, il disegno di legge di riforma della legge elettorale”. Lo dice la senatrice Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama.

Prosegue in un clima teso l’esame della riforma costituzionale al Senato. Dopo il fallimento della mediazione per far cessare l’ostruzionismo, si va avanti con un continuo braccio di ferro tra la maggioranza e FI da un lato, e M5S, Lega e Sel dall’altro. Il risultato è che per oggi non si è svolta ancora nessuna votazione. E la seduta mattutina è stata sospesa per una riunione durata oltre tre ore della giunta del regolamento del Senato, chiamata a ‘giudicare’ la legittimità della decisione del presidente Pietro Grasso di applicare la tecnica del ‘canguro’, che ha ‘cancellato’ ieri, considerandoli superati, ben 1400 emendamenti, tra le proteste dell’opposizione. La giunta di Palazzo Madama ha dato ragione a Grasso: il ‘canguro’ si può applicare, anche per le riforme costituzionali.

Ma la decisione, criticata anche dai ‘dissidenti’ del Pd, fa insorgere M5s, Sel e Lega, che in giunta hanno votato ‘no’, nel tentativo, fallito, di “azzoppare il canguro”. “Approveremo la riforma in prima lettura, nonostante le urla e gli insulti di queste ore”, assicura intanto nella sua newsletter il premier Matteo Renzi. Il Pd, con il senatore Francesco Russo, si dice persuaso che ci siano “buone speranze” di riuscire a portare a casa il via libera del Senato alla riforma l’8 agosto, come auspicato dal governo. Ma anche se non fosse così si andrà avanti a oltranza perché “le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario – afferma Renzi – ma l’unica strada per far uscire l’Italia dalla conservazione, dalla palude. Questa è la volta buona, costi quel che costi”. A Sel l’ostruzionismo in Senato sembra ‘costare’ per ora la rottura dell’alleanza con il Pd. Una rottura, “unilaterale”, che, assicura Vendola, “porterà delle conseguenze”. Per ora, però, i sette senatori vendoliani non scendono dalle barricate, non ritirano i loro emendamenti e si preparano a un altro lungo pomeriggio in Aula, con votazioni programmate fino a mezzanotte.

Il tentativo della maggioranza è concludere oggi tutti gli emendamenti all’articolo 1 del ddl costituzionale. L’opposizione cercherà invece di far passare con il voto segreto l’emendamento presentato dal senatore della Lega Stefano Candiani per ridurre il numero dei deputati da 630 a 500. Per evitare che ciò accada, già preannuncia Loredana De Petris (Sel), il Pd provocherà “un incidente sul voto segreto”, con la possibilità che venga riconvocata la giunta del regolamento e di nuovo sospese le votazioni.

COS’E’ IL CANGURO, TECNICA ANTI-OSTRUZIONISMO – Il ‘canguro’ è una prassi parlamentare, già usata in passato, che consente di votare gli emendamenti raggruppando non solo quelli uguali, ma anche quelli di contenuto analogo: una volta approvato o bocciato il primo, decadono tutti gli altri. Il termine ‘canguro’ è un’invenzione lessicale: la parola non è messa per iscritto in nessuna norma. Ma nel ‘gergo’ parlamentare ha già dato vita a numerosi derivati, come ‘cangurato’, ‘incangurabile’. Non è nuovo il ‘canguro’ alle Aule parlamentari italiane, ma è al centro della scena in Senato da quando ha fatto decadere ben 1400 emendamenti alla riforma costituzionale. Ieri infatti a Palazzo Madama la decisione di Grasso di applicare il ‘canguro’ dopo la bocciatura di un emendamento di Sel, ha fatto decadere automaticamente centinaia di proposte di modifica analoghe. Per fare un esempio, l’emendamento di Sel bocciato diceva tra le altre cose che la Camera è composta da 300 deputati. E allora è stato considerato superato l’emendamento successivo che era praticamente identico, con l’unica differenza di indicare un numero di 360 deputati. Il meccanismo del ‘canguro’ non è mai stato previsto dal regolamento del Senato. Ma la giunta per il regolamento di Palazzo Madama nel 1996 lo aveva preso ‘a prestito’ dal regolamento della Camera. Oggi la stessa giunta riconferma la legittimità della sua applicazione anche per le leggi costituzionali, facendo rientrare la tecnica ‘anti-ostruzionismo’ tra i poteri del presidente del Senato previsti dall’articolo 102 comma 4 del regolamento (“Il presidente ha facoltà di modificare l’ordine delle votazioni quando lo reputi opportuno ai fini dell’economia o della chiarezza delle votazioni stesse”, dispone la norma). Nel frattempo, però, nel 1997 il regolamento della Camera è stato modificato. E oggi all’articolo 85 bis prevede espressamente che la tecnica di accorpamento delle votazioni non può essere utilizzata per i progetti di legge costituzionale. Dunque, quando il ddl di riforma del Senato arriverà a Montecitorio, il ‘canguro’ non potrà essere applicato.

Avrà inizio alle 23:55 nell’Aula della Camera la votazione sulla fiducia che il ministro Marianna Madia ha posto ieri notte a nome del governo sul decreto legge Pa. Le dichiarazioni di voto sulla fiducia cominceranno alle 22, in base a quanto è stato deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Il via libera sul provvedimento dovrebbe arrivare nella giornata di giovedì. Oggi alle 14 scade il termine per la presentazione degli ordini del giorno al testo. Led, la formazione nata dalla scissione di Sel, si asterrà sul voto di fiducia sul decreto Pa, stasera alla Camera. E’ il primo atto di una strategia di costruzione di una “sinistra di governo” che punta ad un “allargamento del pd a sinistra”, come ha spiegato il capogruppo Gennaro Migliore in una conferenza stampa.

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