Il Vaticano aderisce alla normativa antiriciclaggio internazionale, ma i buoni propositi non bastano

di Francesco Peloso

Il Vaticano aderisce alla normativa antiriciclaggio internazionale, ma i buoni propositi non bastano. Così Consiglio d’Europa e Ue procedono a ispezioni e chiedono nuove leggi al Vaticano, quelle approvate un anno fa sono insufficienti. I Sacri palazzi si adeguano, mettono in soffitta il diritto canonico – carico di gloria ma non più adatto ai tempi – aprono la porta alla globalizzazione e si affidano al Tribunale dello Stato vaticano, guidato da un laico. E poi dicono sì all’Europa.

Forse si sta davvero chiudendo un’epoca: anche il Vaticano, infatti, comincia ad assomigliare a uno Stato di diritto e il diritto canonico, viceversa, sta finendo lentamente in soffitta. Ad accelerare in modo drastico la rivoluzione ancora in corso è stato ‘l’assedio’ stretto dagli organismi internazionali – Ue, Fondo Monetario, Consiglio d’Europa – intorno ai sacri palazzi per ottenere l’adeguamento della Santa Sede agli standard internazionali in materia di contrasto al riciclaggio del denaro.

Il Vaticano ha aderito poco più di un anno fa alle convenzioni internazionali antiriciclaggio, poi, nel corso del 2011, ha subito alcune ispezioni internazionali che hanno comportato nuovi interventi legislativi fino alla riscrittura delle leggi interne sul contrasto al traffico di denaro sporco.

Il gruppo di ispettori Moneyval (l’agenzia del Consiglio d’Europa che valuta le misure antiriciclaggio) ha visitato diversi dicasteri della Santa Sede e lo Ior (la banca vaticana presieduta da Ettore Gotti Tedeschi) a fine novembre, poi, il 19 dicembre scorso, una riunione del Comitato misto Ue-Città del Vaticano, ha stabilito alcune novità importanti. La più significativa riguarda il fatto che la Bce, la Banca centrale europea, guidata da Mario Draghi, potrà sanzionare violazioni all’interno delle mura leonine passando però attraverso il Promotore di Giustizia, cioè il Tribunale dello Stato vaticano. E’ stato lo stesso Promotore, l’avvocato Nicola Picardi, a dare informazioni rilevanti sulla materia aprendo il 14 gennaio l’anno giudiziario vaticano alla presenza del Segretario di Stato Tarcisio Bertone e di una nutrita delegazione italiana nella quale spiccava il ministro per la giustizia Paola Severino. “Sono stati stabiliti – ha sottolineato Picardi – rapporti diretti fra Promotore di giustizia e Bce”.

Il Tribunale dello Stato vaticano, inoltre, eserciterà la giurisdizione in materia di antiriciclaggio su tutti i dicasteri vaticani e sullo stesso Ior. E qui si registra una novità sorprendete, secondo lo stesso Promotore di giustizia: “Siamo in presenza di una estensione – rispetto ad organismi soggetti a legislazione canonica – della giurisdizione di questo tribunale che finisce così per assumere ormai funzioni di autorità giurisdizionale ultrastatuale”. Insomma la globalizzazione entra in Vaticano e costringe una delle più antiche istituzioni del mondo ad adeguarsi alle leggi che regolano i rapporti fra gli Stati e l’economia. In questa stessa direzione va quanto affermato dal “ministro degli Esteri vaticano”, monsignor Dominique Mamberti. Il Vaticano, infatti, ha appena aderito a tre nuove convenzioni internazionali dell’Onu relative al contrasto della criminalità internazionale. Spiegando le ragioni dell’impegno della Santa Sede, monsignor Mamberti precisava fra l’altro come la normativa antiriciclaggio del 2010 fosse stata modificata in questi giorni. In particolare, spiegava, sono stati potenziati gli strumenti di collaborazione con gli Stati e aumentate le sanzioni per chi viola la legge. “Inoltre – affermava Mamberti – queste innovazioni con i nuovi strumenti giuridici offerti dalle tre Convenzioni che mirano a favorire un elevato livello di collaborazione tra i tribunali dello Stato della Città del Vaticano e quelli di altri Stati, rednono la lotta al riciclaggio e la criminalità organizzata transnazionale ancora più determinata”. In base alle ultime novità legislative, anche lo Ior, per esempio, potrà essere sanzionato fino a 2 milioni di euro per eventuali violazioni, e allo stesso tempo potrà ricorrere in appello al tribunale vaticano.

In questo contesto è attesa per la metà del 2012 la discussione nella plenaria del Moneyval sulla relazione che gli ispettori avranno redatto in merito alla situazione in Vaticano. Infine l’unico altro organismo che indaga sui movimenti finanziari in Vaticano, è l’Autorità di informazione finanziaria (Aif), che gode di ampia autonomia ed è affidata al cardinale Attilio Nicora, uomo non legato a Bertone. L’Aif interagisce comunque per statuto con il Promotore di giustizia ma ha anche la possibilità di dialogare con altre istituzioni internazionali. Resta il fatto che quasi tutto il potere legislativo e di controllo finanziario è ora nelle mani degli organismi dello Stato vaticano al cui vertice il Papa ha appena chiamato due ‘bertoniani’: il futuro cardinale Giuseppe Bertello, e il segretario monsignor Giuseppe Sciacca. Quest’ultimo, va ricordato, prende il posto di quel Carlo Maria Viganò spedito a fare il nunzio a Washington che ha denunciato la corruzione in Vaticano proprio in ambito di gestione delle finanze e di appalti.

fonte: www.globalist.it

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