Don Fasani, bufera dopo le parole in tv sullo sci in Abruzzo
«In questi momenti in cui l’emergenza in Abruzzo è forte, non sarebbe il caso in questi giorni che si soprassedesse di andare a sciare in queste zone e non intralciare il lavoro dei soccorritori? Ma venite su al nord, chiederemo di farvi fare uno sconto». L’invito di monsignor Bruno Fasani, prefetto della Biblioteca Capitolare, giornalista e già direttore di Verona Fedele, lanciato qualche giorno fa dallo studio televisivo del programma La vita in diretta ha scatenato una bufera mediatica alimentata soprattutto da esponenti abruzzesi che hanno interpretato le parole del sacerdote veronese come una pubblicità negativa per i loro comprensori turistici.
Il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato ha scritto una lettera al presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Roberto Fico, e al direttore generale, Antonio Campo Dall’Orto, protestando per le affermazioni di don Fasani, parlando di «dannose generalizzazioni e giudizi superficiali» mentre molti utenti abruzzesi sui social si sono scagliati contro le parole di don Fasani. Di Donato ha ricordato che gli impianti di Roccaraso sono aperti, sicuri, e perfettamente raggiungibili, precisando che «non possiamo accettare che ogni sforzo possa essere vanificato da chi parla senza cognizione di causa e di tempo tramite la trasmissione girata sulla Rai».
Accuse che però monsignor Fasani non accetta, spiegando che «in realtà la mia era solo un’affermazione di buon senso, che è stata invece mal interpretata. Quello che volevo dire è che in un periodo in cui tante squadre di soccorritori sono impegnate per aiutare le popolazioni abruzzesi colpite dalla calamità neve aggravata dalle conseguenze del terremoto, in un momento in cui si assiste alla tragedia dell’albergo di Rigopiano, mi sembrava normale invitare i turisti a evitare di andare a sciare in quei luoghi, proprio per non andare ad appesantire una situazione già difficile. E il dramma della caduta dell’elicottero di soccorso, andato a prelevare uno sciatore infortunato, mi pare, purtroppo, un esempio significativo. Chiaro che non volevo assolutamente fare una pubblicità negativa ai luoghi turistici abruzzesi. E chi era con me nello studio in quel momento l’ha capito perfettamente. Con il sindaco di Ovindoli ci siamo spiegati subito, così come con il presidente degli albergatori. Mi hanno anche invitato ad andare a trovarli, più avanti, per conoscere meglio quelle località».
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