Una botta sulla testa, le coltellate e l’abbandono nel campo di Chignolo d’Isola, con un freddo vicino allo zero.
Nessuno di questi traumi da solo avrebbe ucciso Yara Gambirasio, ma tutti e tre insieme hanno concorso a determinarne la morte.
Il medico legale Cristina Cattaneo ha chiesto altri 10 giorni per redigere la sua perizia. Questa relazione non sarà determinante per scovare l’assassino, ma sicuramente imprimerà dei punti fermi alle indagini. Ecco quali:
Il DNA dell’assassino
Gli inquirenti hanno prelevato il DNA a quasi 4.000 persone. Nessuna di loro è compatibile con le tracce di DNA rinvenute sulle mutandine di Yara. E’ probabile che si tratti delle tracce genetiche dell’assassino.
La ricostruzione dell’omicidio
Yara probabilmente è stata tramortita con un colpo al capo, forse con una pietra. La piccola è svenuta sul colpo e poi non si è più risvegliata. Poi arrivano le sei coltellate: alla gola, alle braccia, sulla schiena, tutte superficiali e nessuna mortale.
E poi l’abbandono sul campo con un freddo vicino allo 0.
Il movente
Sulle mutandine di Yara c’è del DNA estraneo, ma non si tratta di sperma. Forse il movente dell’aggressione è stato all’inizio di natura sessuale, ma poi lo stupro non si è consumato.
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