METOO REVOLUTION, SEI MESI FA SCANDALO WEINSTEIN, NON SI TORNA INDIETRO

Sei mesi dopo il primo scoop su Harvey Weinstein, lo scandalo delle molestie sessuali continua a far rotolare teste di uomini potenti. Nicholas Nixon, un celebre fotografo, e’ l’ultimo nome.
Il 5 ottobre 2017, il New York Times, – qui l’articolo originario seguito dal New Yorker pochi giorni dopo, svelava quello che per anni era stato un segreto ben custodito nel mondo di Hollywood: il comportamento predatore dell’ex boss di Miramax Weinstein, accusato di stupri e aggressioni da oltre 80 donne alcune, come l’attrice Ashley Judd e la nostra Asia Argento, molto famose. Nei mesi successivi, nuovi casi erano venuti in luce minacciando, e in alcuni casi sommergendo, la carriera di personaggi celebri come Dustin Hoffmann, Kevin Spacey, Woody Allen, Brent Ratner, il comico Louis C.K, l’anchor di Nbc Matt Lauer. La reazione scioccata del pubblico aveva avuto ripercussioni oltre il mondo dello spettacolo, lambendo i palazzi della politica con le dimissioni del senatore democratico Al Franken. Potenziali le conseguenze sul voto di midterm, come dimostra il numero record di donne candidate per il voto di novembre.

Sull’onda dello scandalo ha preso rinnovata forza – era nato nel 2006 da Tarana Burke – il movimento #MeToo nel quale molte donne hanno trovato il coraggio di denunciare attori famosi, vip della finanza, dello spettacolo, del giornalismo dell’arte ma anche persone comuni, riuscendo a provocare un dibattito nazionale sul sexual harassment nel luogo di lavoro. Dal 1998 oltre 17 milioni 700 mila donne hanno subito molestie sessuali e l’idea ‘rivoluzionaria’ del #metoo è il ‘You Are not Alone’.

A novembre una grande manifestazione aveva portato in piazza migliaia di persone al grido di MAI PIU’ IN SILENZIO’ 

Ecco il video delle attiviste che rispondono alla domanda‘Perchè solo ora?’

Dal #MeToo al Time’s Up, ecco come si è evoluto il movimento, diventando anche organizzazione per raccogliere fondi e aiutare legalmente le donne che denunciano.

Intanto continuano a venire in luce casi shock tollerati per anni, spesso per decenni. Come quello del settantenne Nick Nixon, che il Massachusetts College of Arts and Design ha appena messo alla porta. Il fotografo le cui opere sono esposte al MoMA, alla National Gallery e al Boston Museum of Fine Arts, si e’ dimesso senza preavviso dopo l’ultima goccia che, secondo il Boston Globe, ha fatto traboccare il vaso: un paper assegnato agli studenti che richiedeva un esame ravvicinato dei propri e altrui genitali.   Nixon e’ uno dei nomi che hanno fatto la storia della fotografia: celebri le sue foto in bianco e nero di malati di Aids che alla fine degli anni Ottanta fecero discutere, mentre la serie delle “Sorelle Brown” – il ritratto annuale e nella stessa foto della moglie Bebe e delle sue tre sorelle – ha girato i musei di mezzo mondo ed e’ arrivata alla sua quarantesima variazione. L’artista aveva cominciato a fotografare le quattro sorelle ancora giovani nel 1975, lo stesso anno in cui aveva iniziato a insegnare a MassArt. Nei giorni scorsi le dimissioni.

ansa

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