Gran Madre e Crimea divise sui parroci

Succede quasi sempre. Quando un parroco lascia la parrocchia dopo lunghi anni, la comunità si stringe intorno a lui. E così accade in Crimea come in Borgo Po, dove l’età dei sacerdoti e la riorganizzazione della diocesi – che chiederà alle due parrocchie di camminare di più insieme – danno il via un cambio epocale. Don Alessandro Menzio, 75 anni, è diventato parroco alla Gran Madre nel 1984 dopo essere stato a lungo vice parroco, mentre don Gianni Marchesi, 76 anni, è a Sant’Agnese dal 1978. Qui i parrocchiani hanno persino raccolto firme per trattenerlo con una grande dimostrazione di affetto.

 

«Ci spiace tantissimo che vada, don Gianni sa tutto di noi, ha un grande cuore e sa coinvolgere le persone», dice Elisa Gosso che con la madre Ilaria Sanna gestisce la panetteria-gastronomia di via Manara. Paola Tabacchi, personal trainer, è madre di una bimba di pochi mesi: «La mattina del battesimo don Gianni è passato da casa nostra, ci ha fatto molto piacere. Ha saputo creare senso di comunità in una zona non facile». Claudia Sirotto abita vicino alla chiesa e lo conosce da quando era bambina: «Mi spiace, le mie figlie vanno al catechismo, pensavo che avrebbero fatto la prima comunione con lui. Ma capisco anche che un prete deve obbedire al vescovo e che il diritto canonico detta le regole». Vincenzo Castellucci, da anni titolare del bar Crimea di corso Fiume, sorride: «Vivo a Santa Rita e nella mia zona ho visto cambiare tanti preti. È normale, succede».

 

Alla Gran Madre non tutti sanno che don Sandro andrà in pensione. Il parrucchiere Michele Trono e la moglie Rosangela sono stati sposati da lui e sono dispiaciuti: «Avremmo dovuto andare all’Annunziata ma c’erano dei lavori che rendevano impossibile la cerimonia e don Sandro ci ha accolti, accettando di sposarci di sera. È sempre gentile e disponibile». «Sono stata in chiesa l’altro giorno, è venuto a salutarmi. Mi spiace, eravamo abituati alla sua presenza», dice la signora Maresa del negozio Colorlife. La fioraia Loretta Roccia ricorda la vicinanza di don Sandro in occasione della scomparsa del papà e spera che «il nuovo parroco mantenga la messa feriale del mattino: la frequentano persone anziane, è un momento in cui si sente l’anima del borgo». E il titolare della tabaccheria, Salvatore De Martino: «Don Menzio è una bella persona, intelligente, colta». Ma in piazza c’è anche chi ricorda le sue prese di posizione non proprio «solidali». Come quella contro la distribuzione serale dei panini ai poveri al convento del Monte dei Cappuccini. E chi riflette sul fatto che «una zona fortunata come questa potrebbe fare di più per chi sta male appena un po’ più in là. Invece non ci sono iniziative».

La Stampa

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