Secondo l’ipotesi di alcuni papa Woytjla non merita la canonizzazione, non era un santo, almeno in vita.
A detta di interpretazioni storiche, papa Giovanni Paolo II sostenne dittature di destra, favorì e coprì finanziamenti mafiosi a Solidarnosc, proibì l’uso del profilattico contribuendo in questo modo alla diffusione dell’Aids.
Il pontefice ricevette in Vaticano prelati e sacerdoti notoriamente pedofili, per tacere del rapporto privilegiato con il cardinal Marcinskus, pertanto non poteva essere ll’oscuro dei traffici illeciti dello Ior.
Ma c’è una vicenda poco nota che vide protagonista Karol Woytjla. Nella primavera del 1979, Oscar Romero, arcivescovo di El Salvador, ucciso dai boss dei cartelli della droga e dalla dittatura che opprimeva il Paese centroamericano. Il prelato scongiurò un incontro con il pontefice, mendicò un’udienza “Aspetti il suo turno, passi domani” fu la risposta della segreteria del papa.
Riuscì comunque a consegnare a Giovanni Paolo II un voluminoso dossier su migliaia di salvadoregni torturati e uccisi dal potere militare. Raggelante sarebbe stata la risposta del vicario di Cristo “Arcivescovo non esageri e poi non ho tempo per leggere tutta quella roba”.
Ma un suggerimento riuscì a darlo a Monsignor Romero “Voi dovete mettervi d’accordo con il governo. Un buon cristiano non crea problemi all’autorità, la chiesa vuole pace e armonia”.
Dieci mesi dopo, Oscar Romero venne freddato da un proiettile mentre celebrava la messa in una parrocchia di El Salvador.
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