Don Luigi Merola, il sacerdote napoletano divenuto molto conosciuto in tutta Italia grazie al suo impegno volto a contrastare lo strapotere della camorra, e che da alcuni mesi non si trova più nella sua parrocchia a Forcella, ma, invece, è a Roma per la Cei, tenendo un discorso dinanzi alla platea di una serata evento organizzata a Salerno, denuncia quei preti che, a suo dire, tra le altre cose si macchierebbero del reato di estorsione.
Don Luigi Merola, il sacerdote napoletano divenuto molto conosciuto in tutta Italia grazie al suo impegno volto a contrastare lo strapotere della camorra, e che da alcuni mesi non si trova più nella sua parrocchia a Forcella, ma, invece, è a Roma per la Cei, tenendo un discorso dinanzi alla platea di una serata evento organizzata a Salerno, denuncia quei preti che, a suo dire, tra le altre cose si macchierebbero del reato di estorsione. In questo passaggio molto sentito, che circola già sul sito web di youtube ed è quindi alla portata di chiunque lo voglia vedere, afferma che "esistono preti che fanno i burocrati del sacro e che stanno lì, insomma, a dire ‘tu appartieni a quella parrocchia, per avere il nulla osta mi devi dare 50 euro’. È una vergogna, questa gente la dovete mandare in galera, perchè questo è reato di estorsione, sappiatelo". Don Luigi inoltre avverte: "Non esiste alcun tariffario, noi preti abbiamo l’8 per mille, e non dobbiamo prendere altri soldi. Si prende solo l’offerta, libera, perchè il 75% di quel denaro deve andare ai poveri. Quando un prete dice ‘questa bolletta non te la posso pagare’ è un bugiardo, perchè esiste un fondo per i poveri in tutte le parrocchie. È la verità, non dobbiamo aver paura di dirla". La conclusione è più pastorale: don Luigi invita a pregare anche per questi sacerdoti che lui definisce "un po’ distrattelli". Come per dire, se vogliamo sconfiggere la camorra e la sua delinquenza, dobbiamo essere noi a comportarci bene, prima di tutti, e non fare concorrenza alla malavita con questi gesti di prepotenza.
Arnaldo M.Iodice – in capitoloprimo.it
ho letto con stupore la lettera di don Luigi Merola,è l’unico prete che non ha un proprio tariffario e che condanna chi lo ha, vorrei fargli sentire le messe del nostro carissimo parroco: alla fine della messa sono tutte una richiesta di soldi.