David Closes converte un ex-convento in auditorium

L’intervento di David Closes i Núñez sul Convento di San Francesco a Santpedor (Spagna), completato lo scorso anno, ha previsto la conversione della chiesa in auditorium e contenitore culturale cui farà seguito un’ulteriore progetto per un archivio storico.

L’intero convento, costruito nel XVIII secolo dai frati francescani, è stato demolito nel 2000 salvando solo, pur se in pessime condizioni, la chiesa e parte delle mura perimetrali. Nel 2003 è stato progettato il recupero della chiesa, edificio che, parte integrante del complesso conventuale, prima di allora non era mai stato isolato.

La chiesa, con una qualità costruttiva molto modesta già in origine, era ormai completamente in rovina con seri danni strutturali. L’intento del progetto era quello di preservarne il profilo storico sul lato meridionale ponendo in risalto le qualità e le caratteristiche degli spazi interni nonché l’importante apporto di luce naturale proveniente dalle porzioni fatiscenti del tetto.

La premessa del progetto è stata quella di non modificare le dimensioni e la qualità spaziale della navata della chiesa e di mantenere l’ingresso di luce naturale. L’intervento è consistito in soluzioni diverse come ad esempio un grande lucernario sul lato nord dell’abside che consente la vista del campanile dall’interno della navata o un taglio in copertura che garantisce l’ingresso di luce naturale radente al di sopra della parete di accesso.

Il recupero dell’edificio è stato sviluppato applicando il criterio di distinguere chiaramente gli elementi di nuova costruzione (utilizzando sistemi costruttivi e linguaggi contemporanei) dagli elementi originali e storici della chiesa. “Con il desiderio di conservare tutti gli aspetti del passato dell’edificio, l’intervento non ha nascosto tracce di ferite o cicatrici. Sono rimaste visibili le zone oggetto di crolli e le tracce di elementi mancanti”.

Un’altra sfida era quella di mantenere l’unità e la dimensione della navata principale pur dovendo costruire volumi per nuovi usi e nuove esigenze che la chiesa non aveva mai ospitato: le scale per raggiungere i piani superiori, i servizi igienici e i locali tecnici. Per preservare la lettura dello spazio ampio e unitario all’interno della chiesa, questi volumi sono stati per la maggior parte ubicati all’esterno dell’edificio. L’insieme di scale e rampe costruite, oltre a garantire l’accesso ai piani alti della chiesa, definiscono una sorta di percorso museale circolare che attraversa tutto l’edificio.

L’intervento e i metodi costruttivi hanno cercato di consolidare la struttura della chiesa senza eliminare, però, il degrado e il crollo subiti dall’edificio. Il progetto di David Closes ha preservato l’eredità storica dell’edificio aggiungendo nuovi valori che aumentano e rendono contemporaneo l’antico convento della chiesa di Sant Francesco.
archiportale.com

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