ATTUALITA’ DEGLI “SCRITTI CORSARI” DI PASOLINI


DI H.S.
in www. comedonchisciotte.org – www.cloroalclero.com/

Fino a qualche tempo fa pensavo che lo scrittore Pasolini fosse rimasto vittima di un gruppuscolo di fascistelli che intendevano dare una lezione a un “frocio” e “comunista” o di una banda di giovani teppisti. Mi sono dovuto ricredere… Il trafugamento di carte nel suo appartamento indica , con pochi dubbi , che si tratta di un delitto “politico” , motivato dal possesso , da parte dello scrittore , di documenti gravi e scottanti. La recente storia d’Italia insegna : delitti come quelli di Moro , Pecorelli , del generale Dalla Chiesa , di Calvi , Sindona , dei giudici Falcone e Borsellino sono accompagnati dalla presenza – assenza di documenti che potrebbero mettere in grave imbarazzo qualcuno. Pasolini , dunque , non fa eccezione ! Non è ormai un mistero che lo scrittore , poeta e regista friulano si fosse interessato della morte del Presidente dell’ENI , come , del resto , il regista Rosi ce ne aveva ricavato un ottimo film interpretato da Volontè e il giornalista Mauro De Mauro , scomparso e quasi certamente ucciso dalla mafia , infatti stava lavorando ad un grande progetto , al romanzo “Petrolio” , una sorta di summa della sua opera letteraria , ma con molte pagine dedicate all’ENI e alla “strategia della tensione”. Il romanzo era ancora in una fase “embrionale” , ma è certo che furono sottratte delle pagine che trattavano proprio l’argomento ENI , l’azienda petrolifera di Stato.

Non è più un mistero : Pasolini si era convinto che Mattei fosse stato eliminato e che nell’assassinio fosse coinvolto il braccio destro , Cefis , che non condivideva la politica del Presidente. Mattei si era opposto strenuamente al dominio oligopolistico del mercato petrolifero da parte del cartello anglo – franco – americano – olandese delle “Sette Sorelle” e il suo successore – Cefis , naturalmente – cambierà linea. Si sa che Pasolini lesse un libro , scritto da un fantomatico Steinmetz , sotto pseudonimo , e intitolato “Questo è Cefis. L’altra faccia dell’onorato Presidente” , un pamphlet che attaccava pesantemente il successore di Mattei.
Significativamente , da un appunto dei servizi segreti militari italiani , risulterà che Cefis era il vero capo della famigerata P2 e che , solo in un secondo tempo , il controllo della loggia coperta passerà a Gelli e Ortolani.

I tre personaggi , tanto Gelli e Ortolani , quanto Cefis ; le loro biografie rimandano al mondo oscuro e inquietante dei servizi segreti. Inoltre Pasolini aveva colto il nesso , il legame fra la morte di Mattei e la “strategia della tensione” non dissimilmente dal politologo Giorgio Galli che , però , traccerà una connessione fra la morte del Presidente dell’ENI , la strage di piazza Fontana e pure il sequestro e l’omicidio dell’onorevole Moro riconducendola , in maniera discutibile , alla mafia. Insomma i mandanti di queste operazioni sarebbero gli stessi , personaggi appartenenti alla sfera economica più che a quella politica , personaggi riconducibili a potentati economici come Cefis che aveva trasformato il carrozzone ENI in uno strumento per operazioni speculative e finanziarie. E’ vero che , provocatoriamente , Pasolini lanciò l’idea di un processo ai papaveri del regime democristiano , in quanto colpevoli , non solo di malgoverno del paese ma anche di non aver perseguito e di aver coperto gli autori delle stragi , ma , sicuramente riteneva che i responsabili fossero da ricercarsi fra i potentati economici di cui si è detto. Il pensiero , a riguardo , dello scrittore , era espresso dagli “Scritti corsari” e stupisce il fatto che questi articoli venissero pubblicati sul “Corriere della Sera” , il grande giornale d’opinione milanese , allora orientato su una linea progressista. Per qualche tempo , dopo la morte di Pasolini , i capi della P2 , Gelli e Ortolani controlleranno il “Corriere” utilizzando il banchiere Calvi , il quale acquistò praticamente la Rizzoli. All’operazione non fu estraneo lo stesso Cefis. Vi è da dire poi che questi personaggi , tanto Cefis quanto Gelli e Ortolani , hanno biografie non estranee al mondo oscuro e inquietante dei servizi segreti.

Nel famoso “Romanzo delle stragi” , Pasolini esprime il suo punto di vista sulla “strategia della tensione” mettendo su carta un’intuizione che si rivelerà sostanzialmente veritiera : ad una fase “anticomunista” della “strategia” delle bombe (piazza Fontana) , finalizzata a bloccare le sinistre indicando le (false) responsabilità degli anarchici ; ne era seguita una “antifascista” (piazza della Loggia , Italicus) per rifarsi la verginità e liquidare i fascisti ormai compromessi. Implicitamente si prende atto dell’inattualità di discriminanti politiche come quella tra fascismo e antifascismo e come quella tra comunismo e anticomunismo , perché il Potere , il “nuovo fascismo” , e Pasolini lo definisce così perché non trova altro termine , stanno altrove. Agli inizi degli anni Settanta si sarebbe prodotta una vera e propria rivoluzione culturale di destra all’insegna dell’omologazione delle masse e della falsa libertà. Sono idee e opinioni sbalorditive in un mondo che applicava altri concetti e adottava altre visioni del mondo. E chi altri , dopo il Sessantotto , si sarebbe lanciato in una tale affermazione circa un dominio egemonico della nuova destra ?

In effetti proprio a quegli anni risale il documento costitutivo della commissione Trilaterale (USA – Europa occidentale – Giappone) , un manifesto del neoliberismo e del neoconservatorismo sempre più egemoni , specie a partire dagli inizi degli anni Ottanta con l’amministrazione Reagan (USA) e il governo Thatcher (Gran Bretagna) votati al libero mercato e alla libera iniziativa. Gli “Scritti Corsari” , quindi , sono molto di più di un compendio sulla “strategia della tensione” e ci troviamo il primo vero attacco alla volontà egemonica della nuova destra , del nuovo pragmatismo di marca angloamericana , ai potentati economici che oggi chiamiamo multinazionali o corporations , all’ottusità dei poteri più reazionari , della Chiesa , della DC , ma anche alla retorica sorpassata della Resistenza. Ci troviamo la denuncia della progressiva tendenza degli estremismi di sinistra e di destra ad assomigliarsi , della trasformazione aggressiva di hippie e capelloni , della nuova delinquenza estremamente cruenta , del ruolo dei mass media e della pubblicità , del nuovo conformismo , della deculturazione e dell’incultura diffuse fra i ceti medi , del progressivo rifugio nel privato che preannunciò gli anni del riflusso , del carattere “totalitario” della società edonista dei consumi , del teppismo , della violenza e dell’”ignoranza” dei giovani ormai preda del mercato , ecc…

Al lettore può sembrare che , ormai , molto di quel che è stato scritto da Pasolini, sia sostanzialmente scontato e che lui stesso ripeteva i concetti in maniera quasi paranoica e in maniera assoluta , forse eccessiva , ma , tenendo conto del fatto che sono ormai trascorsi quasi quarant’anni dagli “Scritti Corsari” , ci si dovrebbe sorprendere ! Il poeta friulano individuò l’inizio della nuova egemonia “neocapitalista” – che oggi definiamo neoliberista e neoconservatrice – nel periodo immediatamente successivo al Sessantotto e capì che questa egemonia assumeva caratteri totalitari , pur presentandosi coi volti della libertà , del permissivismo e della nuova società edonista del consumo , dello spettacolo e dei divertimenti. Un Potere , quello nuovo , che si presentava con connotati “anarchici” e che faceva tabula rasa delle regole e della morale (in economia la chiamano “deregulation”) diffondendo un clima di eccentuata violenza (in apparenza tutto viene permesso).

In effetti la conversione di molti elementi antiautoritari e libertari della nuova sinistra al neoliberismo e neoconservatorismo della nuova destra fa pensare !
E’l’inizio , o , forse , per la prima volta , un intellettuale si rende conto della forza dell’egemonia neoliberista che imporrà come capisaldi il libero mercato in economia e il controllo sociale attraverso slogan come “law and order” e “zero tolerance”. I massa media , la pubblicità , il commercio e il consumo del superfluo fanno il resto…
Insomma , Pasolini scrive anche del mondo di oggi…

Infine è evidente che, tornando alla tematica delle stragi , egli scorgesse un rapporto proprio con quell’egemonia antropologica e culturale: coloro che hanno imposto il nuovo sistema hanno anche concepito la “strategia della tensione”. E non è un’idea peregrina pensare che Pasolini fosse stato assassinato perché sapeva e anche perché era pronto a fare i nomi. Così la morte di Pasolini ci comunica la sua grandezza di intellettuale veramente impegnato , di poeta , di scrittore e di regista , dedito alla ricerca della verità fino al martirio e al sacrificio. Una grandezza derivata dalla sua grande capacità di testimoniare dei suoi e dei nostri tempi senza rinunciare al suo anticonformismo.

Oggi sono in molti a rivendicare l’eredità pasoliniana e , coloro che vissero in quegli anni, fingono di dimenticare quanto fosse disprezzato a destra , perché “frocio” e comunista; quanto fosse attaccato dalla nuova sinistra perché non approvò l’arroganza della generazione sessantottina e ; infine quanto fosse osteggiato pure da quella generazione che aveva fatto la Resistenza e che etichettò lo scrittore come “reazionario” per le sue critiche alla (post)modernità.
La reale condizione di Pasolini fu l’isolamento , se si eccettuano le poche amicizie nel mondo intellettuale, letterario e dello spettacolo. Forse , forse è giusto rimpiangere una libertà di giudizio e una franchezza di toni come quelle. Chissà cosa scriverebbe nel mondo della globalizzazione?

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