Preti, doppi incarichi nelle parrocchie. Per risolvere la crisi si offrono i preti sposati

L’articolo nel post in basso ha spinto il Movimento dei sacerdoti lavoratori sposati a rilanciare l’appello a essere riaccolti nella chiesa per scongiurare la il passaggio dei preti sposati verso altre chiese cristiane che ammettono i preti sposati nel ministero (ndr)

«In Alto Adige – dice don Michele Tomasi, da settembre vicario episcopale col ruolo di referente personale per i sacerdoti e diaconi – ci sono 300 sacerdoti più un certo numero di appartenenti agli ordini religiosi; ma dei 300 sacerdoti più della metà ha oltre 75 anni. Purtroppo siamo pochi e dobbiamo darci una mano, sperando che prima o poi i giovani tornino ad apprezzare la bellezza di fare il sacerdote. Attualmente al Seminario Maggiiore di Bressanone abbiano due seminaristi di lingua tedesca e uno sloveno, ma probabilmente il prossimo anno non ci sarà alcuna ordinazione».
Questi numeri, uniti al progressivo invecchiamento dei sacerdoti, spiegano perché sia sempre più difficile per la Curia far quadrare i conti. Lo si fa nell’unico modo possibile, ovvero affidando allo stesso sacerdote più parrocchie e chiedendo a chi è ormai in età di pensione (dai 75 anni su) di continuare a collaborare.
Ecco dunque che dal primo settembre don Erminio Baldo, per tutti “Jimmy”, da tanti anni parroco di Tre Santi, diventa parroco anche della Sacra Famiglia. Ma potrà contare sull’aiuto, per una parte dell’attività pastorale, di don Massimiliano De Franceschi, nuovo cooperatore di Regina Pacis e della Visitazione, e Andrea Bona parroco della Visitazione e di Regina Pacis.
Si ritira dal servizio pastorale, ma come dice lui stesso “non va in pensione”, don Piergiorgio Zocchio. 81 anni, collaboratore nell’ultimo anno nella parrocchia di Brunico, dopo che per 4 anni è stato collaboratore a Sinigo e per 22 parroco a Don Bosco. «La mia residenza – spiega – è nella parrocchia di San Pio X e quando c’è bisogno sono sempre disponibile, visto che di vocazioni a livello europeo ce ne sono sempre meno. Quando sono stato ordinato io, a Trento nel 1960, eravamo in 24. Vuol sapere se, un’eventuale apertura al matrimonio dei sacerdoti aumenterebbe

le vocazioni? A mio avviso no e la conferma l’ho avuta anche di recente in occasione di un incontro con un pastore evangelico: anche loro fanno i conti col calo delle vocazioni. Non solo: ha spiegato come non sia facile conciliare famiglia e impegnato pastorale».

Alto Adige

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