Sfida tra Schlein e Bonaccini: si vota fino alle 20 in 5.500 seggi allestiti in tutta Italia

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AGI – Oggi è la giornata dei gazebo. Fino alle 20 nei 5.500 seggi allestiti in tutta Italia, si potrà votare per le primarie del Pd. In serata ci saranno i dati ufficiali,

Dall’inizio del congresso del Partito Democratico, su una cosa i due candidati alla segreteria si sono trovati d’accordo: tenere lontani i dirigenti di spicco del partito, massimamente i capi corrente. Un paradosso se si guarda solo alle primarie che hanno preceduto quelle di oggi. Nicola Zingaretti, partito con un anno di anticipo rispetto al marzo 2019, aveva pian piano raccolto un valso consenso che andava dalla sinistra dem ai franceschiniani, con l’innesto di esponenti provenienti dalle antiche fila renziane. Un travaso che porto’ pian piano allo svuotamento del fronte schierato con l’ex premier che, in quell’occasione, sosteneva il tandem Roberto Giachetti – Anna Ascani. In ogni caso, Zingaretti vinse con oltre il 66 per cento. Questa volta non è cosi’. Anzi: i candidati in campo si rinfacciano i rispettivi endorsement di peso. Stefano Bonaccini rimprovera a Elly Schlein di aver fatto il pieno di “quei dirigenti che hanno governato il partito fino a questo momento portandolo a troppe sconfitte”. Un riferimento alla sinistra dem composta da Andrea Orlando e Nicola Zingaretti, ma anche a Dario Franceschini. Il leader di Areadem ha da tempo annunciato la sua preferenza per Schlein. Più recente è l’endorsement di Nicola Zingaretti: “Con lei si puo’ costruire il cambiamento”, sono state le parole con cui l’ex segretario ha reso noto il suo sostegno alla paladina di Occupy Pd, un mese fa. Si è fatto attendere anche Andrea Orlando. Dopo alcune iniziative, tra cui la presentazione del libro di Goffredo Bettini, assieme a Schlein, l’ex ministro del Lavoro ha fatto sapere: “Mi sono progressivamente convinto a dare il mio sostegno ad Elly Schlein, mi sembra la proposta più nuova, capace di innovare più delle altre che vedo in campo perché ho visto certe kermesse che assomigliano molto alle Leopolde e a una stagione che va superata, a mio parere”. Anche il responsabile Enti Locali del Pd, Francesco Boccia, è schierato con Schlein della cui mozione è anche responsabile delle relazioni politiche. Gli altri membri dell’attuale segreteria dem schierati con Schlein sono il vice segretario, Peppe Provenzano, le deputate Chiara Braga e Chiara Gribaudo (proveniente dalle linee orfiniane), Susanna Cenni, Antonio Misiani, Anna Rossomando e Stefano Vaccari.

Se Schlein si presenta con un parterre di nomi ‘pesanti’, Bonaccini non puo’ dirsi da meno: con il presidente dell’Emilia Romagna ci sono, ad esempio, i tre capigruppo di Camera, Senato e Parlamento Europeo: Debora Serracchiani, Simona Malpezzi e Brando Benifei. Conto pari nella distribuzione dei vice segretari: Irene Tinagli, numero due al Nazareno, sostiene il governatore. E se il leader di Areadem, Dario Franceschini, è con Schlein, l’altro nome di peso della corrente, Piero Fassino, è in campo con Bonaccini che si giova anche del sostegno della corrente di Base Riformista, capitanata dall’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini attorno al quale si raccolgono diversi eletti in parlamento, compresi due componenti dell’attuale segreteria dem: Enrico Borghi e Sandra Zampa. Anche il senatore lettiano Marco Meloni, che della segreteria è il coordinatore, è in campo con Bonaccini, mentre il segretario in carica, Enrico Letta, non esprime preferenze, coerente con il suo ruolo di garante del congresso. Il grosso dei sostenitori di Bonaccini, tuttavia, sta nei sindaci e negli amministratori dem. C’e’ Dario Nardella, sindaco di Firenze dal 2014. C’è Matteo Ricci, sindaco di Pesaro dallo stesso anno e coordinatore dei sindaci Pd. Soprattutto ci sono i governatori di Campania e Puglia, Vincenzo de Luca e Michele Emiliano.

A questi si è aggiunta la quarta classificata nei congressi dei circoli, Paola De Micheli, che ha annunciato il suo gradimento per Bonaccini. Chi non sosterrà nessun candidato è Gianni Cuperlo, già presidente del partito arrivato terzo con circa l’otto per cento dei voti nei circoli che gli vale 16 eletti in assemblea.

Cuperlo ha dato libertà di coscienza ai suoi sostenitori, tra i quali il senatore Pd Andrea Giorgis, ma la sua piattaforma, per priorità e contenuti, sembra più vicina a quella di Elly Schlein. Quella di Gianni Cuperlo di non sostenere nessuno dei due candidati rimasti in corsa per la segreteria Pd, “è una scelta rispettabile”, per Orlando. Quelle di Cuperlo e Schlein sono, anche a sentire gli esponenti della sinistra dem, due declinazioni diverse della sinistra: una più “movimentista” l’altra più “tradizionale”. Se sarà possibile una composizione fra questi due modelli sarà chiaro solo dalle 20, quando con i gazebo si chiuderà anche questo lungo congresso del Pd.

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