Concorso esterno in pedofilia

Le batoste che, specie negli Stati Uniti, la Chiesa Cattolica ha ricevuto a causa di episodi di pedofilia ascrivibili ad alcuni suoi sacerdoti, pare abbiano ottenuto un risultato probabilmente unico nella storia della Chiesa.

Intanto da una tendenza a “coprire” e negare il fenomeno ed a considerare pregiudizialmente ogni voce corrente sui casi di pedofilia e sulla loro frequenza una forma di persecuzione anticattolica, si è passati non solo ad ammettere la realtà e la frequenza di così gravi e vergognosi episodi, ma si può dire che quello della pedofilia sia diventato il problema centrale tra tutti quelli rappresentati da comportamenti disdicevoli o delittuosi ascrivibili ad appartenenti al clero cattolico.

Il venir meno della “copertura”, della sostanziale complicità, che rappresentava l’aspetto più allarmante e vergognoso del fenomeno, è certamente un fatto positivo. Resta da vedere quante altre forme di comportamenti delittuosi restano nell’ombra, oggetto di più o meno vaghi “divieti” senza che siano poste in atto forme di reazione e di rimedio da parte della Gerarchia ecclesiastica.

Come tutte le cose che diventano “di moda”, anche il fenomeno della pedofilia del clero sembra essere oggetto di qualche esagerazione. Intendo non già di esagerazione della gravità di simili delitti, quanto della estensione del fenomeno, che, a giudicare proprio dalle inconsuete reazioni che oggi suscita all’interno della Chiesa, si dovrebbe ritenere essere generalizzato.

Ma se così esteso è questo vizio, tale, si direbbe, da porre la categoria degli appartenenti al clero in testa, invece che in coda, nelle statistiche dei colpevoli di pedofilia, allora la questione non è, e non può ritenersi limitata alla repressione, alle misure di rimozione, alle denunzie, alle pene spirituali ed ecclesiastiche che si debbono aggiungere all’“abbandono al braccio secolare”, come si diceva una volta. Non conosco gli ingranaggi della Chiesa Cattolica così da poter affermare con certezza quello che però sembra potersi rilevare “ad occhio nudo”: che alla presa d’atto di questo terribile vizio che serpeggia in mezzo al clero, non segue un adeguato ripensamento della sostenibilità di questo enorme apparato di repressione sessuale e di ossessionata esaltazione della castità rappresentati dalla Chiesa Cattolica. Se il risultato della rinunzia alla naturalità del sesso finisce per produrre così estesi fenomeni di perversione quale è la pedofilia, qualcosa di sbagliato deve esserci in questa scelta della castità come pregiudiziale per la partecipazione ai livelli più elevati della vita della Chiesa.

Ed è forse proprio perché è difficile negare ciò, che la “caccia al pedofilo” sembra divenire più serrata e, probabilmente più ingiusta, come tutte le “campagne” e le lotte di giustizia, con il formarsi di mentalità di “giustizia di lotta”. Queste ed altre considerazioni mi venivano suggerite dagli ultimi provvedimenti di Papa Bergoglio, che ha annunziato misure drastiche non solo contro i pedofili, ma anche contro chi si mostri tiepido e poco attivo nell’antipedofilia ufficiale della Chiesa. I vescovi che non prenderanno severi ed immediati provvedimenti al primo manifestarsi di tali casi saranno rimossi. Siamo, sarei portato a dire, al “concorso esterno colposo in pedofilia”.

Ora tutto ciò che è “esterno” dovrebbe suscitare qualche perplessità proprio nella Chiesa. Non sono certo portato ad assumere difese d’ufficio di accusati di pedofilia senza fondamento. Mi auguro che non manchi chi, al caso, se ne faccia carico. Ma mi preoccupa il diffondersi di qualsiasi forma di “caccia alle streghe”.

Perché quasi sempre la caccia alle streghe copre qualcosa d’altro. E perché quando essa si sostituisce ad una pura e semplice giustizia, finisce sempre per colpire, se non a casaccio, certo in modo da sacrificare molti innocenti e lasciare che se la cavino molti colpevoli. Ma se non c’è da dubitare che il fenomeno, per essere ammesso e divenuto il “vizio del giorno” che turba i lunghi sonni della Chiesa, deve essere assai rilevante ed esteso nella Chiesa stessa, il mio senso della ragione sarebbe più appagato se da quelle parti ci si domandasse il perché del dilagare della pedofilia nella grande comunità sessuofobica di votati alla castità e se ne traessero le conseguenze.

fonte: opinione.it

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