Nessun accanimento, don Flavio dica con coraggio ciò che è accaduto

Egregio Direttore,
assisto, in questi giorni ad un alternarsi di notizie, ipotesi, illazioni sul parroco di Spinea, don Flavio Gobbo, che mi lasciamo veramente sconcertato. Trovo vergognoso che una persona mite, gentile e buona come don Flavio, di cui nessuno (a parte lui e, forse, la curia) conosce le motivazioni dl suo allontanamento, venga sottoposta ad una gogna mediatica così violenta… Si passa da conti in rosso, siamo arrivati addirittura ad ipotesi di . 300.000 mancanti, che poi sono scesi a circa . 120.000 ma con l’ipotesi del dubbio perchĂ© giustificati senza troppi dettagli al consiglio pastorale, alla misteriosa donna, che buttata li potrebbe voler dire una relazione ovviamente non conforme al suo voto di castitĂ , al presunto ricatto, presumo che nei prossimi giorni probabilmente avremo qualche altro scoop. Ovviamente io non sono a conoscenza delle motivazioni che hanno indotto don. Flavio a lasciare momentaneamente il suo incarico nella parrocchia di SS. Vito e Modesto, ma spiace che nessuna voce si sia levata a sua difesa (se non la Curia di Treviso): egli potrebbe, per esempio, essere ammalato da forte stress (non è facile passare da Caposile a Spinea, chiedere a Don Antonio Genovese quanto sia stato per lui dura prendere in mano una parrocchia in un comune così difficile socialmente come Spinea) o altre questioni che non conosciamo. Lasciamo, per caritĂ  umana (non cristiana), che questa parroco possa superare serenamente questo momento difficile, spegnendo i riflettori sulla sua persona. Si può fare se non si vive solo di scoop mediatici, ma anche si sentimenti umani. Un abbraccio a don Flavio ovunque si trovi. La prego di pubblicare questa mia lettera che è dalla parte dell’uomo don Flavio.

Dott. Edmondo Piazzi
Spinea (Ve)

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Caro lettore,
comprendo il suo disagio e non ho motivo di dubitare della gentilezza e bontĂ  d’animo di don Flavio. Mi sembra però sbagliato parlare di gogna mediatica. Il rischio di un errore, nel nostro lavoro, è sempre dietro l’angolo, ma tutto ciò che abbiamo scritto, cifre comprese, abbiamo cercato di verificarlo con tutto lo scrupolo possibile. Non c’è alcun accanimento, raccontiamo e indaghiamo la realtĂ , che è spesso meno rosea di quanto immaginiamo. L’improvvisa uscita di scena di un parroco e il rilevante problema finanziario emerso (parliamo dei beni della parrocchia, non di beni personali) sono fatti importanti e sconvolgenti per un paese. Non possono essere fatti passati sotto silenzio, da chi come noi è chiamato a raccontare quotidianamente la vita di queste comunitĂ . Lei ci richiama alla caritĂ  umana che è una straordinaria virtĂą, ma se non ricordo male la Lettera ai Romani così recitava: La caritĂ  non abbia finzioni: fuggite il male con orrore. Il modo migliore per fare in modo che non ci siano finzioni e che si spengano i riflettori su questa vicenda, è che don Flavio, con coraggio, racconti cosa è accaduto. Credo lo debba a se stesso e ai suoi parrocchiani. Dai quali, a quel punto, avrĂ  tutta la comprensione e la solidarietĂ  di cui ha bisogno in questo difficile momento.

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Il Gazzettino

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