Fioramonti, all’Istruzione un ex ‘cervello in fuga’

Lorenzo Fioramonti © ANSA

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Tassare le merendine per risolvere il problema dei precari e stop alle ‘classi pollaio’ che abbassano la qualità formativa, meglio guardare alla Germania con i suoi venti alunni per ‘prof’. Sono alcune delle idee espresse solo due giorni fa in una intervista da Lorenzo Fioramonti, il giovane ricercatore romano – ex ‘cervello in fuga’ come lui stesso si è definito – diventato professore di Politica economica a Pretoria, in Sudafrica, e ora nominato, da sottosegretario che era, ministro dell’Istruzione in quota Cinquestelle nel governo Conte bis. Tra i suoi atti da viceministro al ministero dell’Istruzione, con Marco Bussetti, suscitò polemiche quando chiamò l’ex jena Dino Giarrusso, diventato europarlamentare M5s lo scorso maggio dopo la bocciatura alle politiche 2018, ad occuparsi delle segnalazioni su concorsi e raccomandazioni. Poi Fioramonti chiarì che l’ex jena sarebbe stato solo il suo segretario particolare e non uno ‘sceriffo’. Pubblicamente dovette anche chiarire di non praticare il boicottaggio contro Israele, come sostenuto dai dem Emanuele Fiano e Michele Anzaldi e da Alessandro Litta Modigliagli della comunità ebraica che lo accusavano di aver disertato convegni.

Laureatosi in Filosofia all’Università di Tor Vergata, il neoministro inizia il suo percorso come ricercatore a Siena, poi è in Germania cercando una strada lontano dai concorsi dei ‘baroni’. ‘Eretico’, Fioramonti è uno dei sostenitori, sulla scia del premio nobel Joseph Stiglitz, della necessità di ridimensionare l’importanza del Pil come indicatore del benessere di una nazione. Altri sono i parametri che gli osservatori economici e i governi, secondo Fioramonti – classe 1977 – dovrebbero prendere in considerazione. Tra questi, lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita. Sposato, due figli, sua moglie Janine Schall Emdem è una ambientalista convinta, come lui, che pratica e professa consumi a chilometri zero e plastic free. Insieme hanno girato anche dei documentari sui legami tra cambiamento climatico, disoccupazione sociale e instabilità economica a livello locale e globale, come ‘L’Era dell’adattamento’, del 2009. Il ‘colpo di fulmine’ con il movimento di Beppe Grillo – sul cui blog ha spesso espresso le sue idee – risale al 2017, quando il deputato M5s Giorgio Sorial organizza un convegno a Montecitorio sullo sviluppo economico e il benessere sociale. Guest star è proprio Fioramonti che conquista la platea grillina e alle politiche del 2018 è eletto alla Camera, con quasi il 37% dei voti raccolti nel collegio uninominale di Torre Angela, periferia sud di Roma, una polveriera di disagio anticasta.

Per raccogliere i tre miliardi di budget aggiuntivo necessari, secondo Fioramonti, a dare ossigeno a istruzione e ricerca, scuola e università, il neoministro pensa a “interventi fiscali mirati” che lui chiama “l’Iva strategica”, o microtasse “di scopo”. Come quelle che ha proposto di mettere su merendine, bibite zuccherate e biglietti aerei. “Sono attività – ha detto Fioramonti parlando con il ‘Corriere’ – o dannose per la salute, le prime due, o inquinanti. Con i soldi che lo Stato ricava si fanno interventi per la ricerca o la scuola”. Dalla sua dichiarazione dei redditi, pubblicata on line, il neoministro risulta proprietario insieme alla moglie Janine di un appartamento a Berlino, di una casa a Grottaferrata alle porte di Roma, e di un terreno a San Benedetto Val di Sambro, nel bolognese. Poi ci sono i redditi in rand che guadagna a Pretoria e una Toyota Yaris comprata l’anno scorso.
    (ANSA).

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