Il caso Sarah Scazzi: Cosima Serrano e Sabrina Misseri devono rimanere in carcere

corrieredelgiorno.com

Cosima Serrano e Sabrina Misseri devono rimanere in carcere. Ieri sera, la Cassazione ha depositato il dispositivo con cui ha accolto parzialmente i ricorsi dei difensori delle due indagate annullando con rinvio l’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Taranto il 20 giugno scorso. Adesso le accuse tornano di nuovo al vaglio del Riesame, ovviamente in diversa composizione. In caso di accoglimento totale del ricorso, invece, soltanto Cosima avrebbe lasciato il carcere, perchè Sabrina è sottoposta ad un’altra misura restrittiva. Il sostituto procuratore generale della Cassazione Vito Monetti aveva chiesto ai giudici della prima sezione penale il rigetto dei ricorsi presentati dai difensori delle due donne, la conferma della misura cautelare per concorso in omicidio e soppressione di cadavere e l’arresto-bis proposto dai pm Mariano Buccoliero e Pietro Argentino per sequestro di persona (i legali hanno impugnato l’accoglimento del ricorso da parte del Tribunale dell’appello). Nella discussione fiume, iniziata la mattina e terminata nel pomeriggio, i difensori, Franco Coppi e Nicola Marseglia per Sabrina e Franco De Jaco e Luigi Rella per Cosima, hanno tentato di smontare l’impianto accusatorio alla base dei due provvedimenti impugnati. Oltre all’omicidio, la difesa di Sabrina e Cosima ha tentato di smontare anche l’accusa di sequestro di persona che riguarda l’episodio riferito e poi ritrattato, dal fioraio Giovanni Buccolieri. Il commerciante ha dichiarato di aver visto Cosima costringere la nipote Sarah a salire in macchina con la forza per riportarla nella villetta di via Deledda. Il pg aveva sostenuto le argomentazioni della Procura ritenendo quindi attendibile la prima versione del fioraio e inconsistente la sua ritrattazione. Quel sogno, che il Riesame ha definito senza mezzi termini “una farsa”, evidentemente anche per il pg non è credibile. Anche in questo caso, le accuse di sequestro di persona tornano al vaglio del Riesame a seguito dell’annullamento con rinvio. La Suprema Corte si è già espressa in modo analogo anche su provvedimenti del Riesame, impugnati dalla difesa, emessi nell’ambito del caso Scazzi. Mercoledì scorso l’ordinanza a carico di Mimino e Carmine e in precedenza su una conferma della carcerazione di Sabrina. Invece, gli Ermellini avevano dichiarato inammissibile il primo ricorso contro la misura cautelare. L’orientamento, quindi, sembrava ormai tracciato dai precedenti pronunciamenti. A quanto pare, la Cassazione ha un unico colpevole sia dell’omicidio sia della soppressione del corpo di Sarah: Michele Misseri. Anche quest’ultima partita, comunque, si è conclusa con un risultato positivo per la difesa che ha incassato il parziale accoglimento dei ricorsi contro la misura carceraria e contro l’arresto-bis per il sequestro di Sarah. Se la Cassazione avesse dato ragione ai pm la posizione delle due si sarebbe aggravata notevolmente. Il verdetto della Cassazione suona come una bocciatura per l’impianto accusatorio e in questo momento diventa un’arma in più per la difesa delle due donne in sede di discussione della richiesta di rimessione. La partita più importante, sulla richiesta di spostamento del processo, si giocherà al Palazzaccio il 12 ottobre.

La difesa di Cosima: una vittoria

Coppi: Sabrina ha un alibi di ferro


La difesa di Cosima canta vittoria. Quando apprendono la notizia del verdetto della Cassazione, Franco De Jaco e Luigi Rella commentano con grande soddisfazione la decisione: «Con serenità – sono state le dichiarazioni a caldo di De Jaco – accogliamo un provvedimento di un giudice terzo che con l’equilibrio che lo contraddistingue ha saputo verificare la tristissima vicenda con i giusti parametri. Confidiamo che chi di dovere, così come lo faremo noi, faccia tesoro dei suggerimenti e degli insegnamenti che la Suprema Corte nel suo provvedimento avrà inteso dare». Sulla stessa lunghezza d’onda l’avvocato Rella: «Il pronunciamento della Cassazione segna senza dubbio un punto a nostro favore. Non conosciamo le motivazioni della decisione ma crediamo che abbia accolto le argomentazioni esposte nella nostra discussione». Nel corso della discussione, andata avanti per diverse ore, Franco Coppi e Nicola Marseglia hanno tentato di smantellare l’impianto accusatorio fornendo la sua chiave di lettura degli elementi a carico della loro assistita. «Sabrina Misseri ha un alibi di ferro consacrato da una serie di telefonate». E’ quanto hanno sostenuto i difensori nella loro arringa davanti ai giudici della prima sezione penale chiamati a decidere se confermare o meno la custodia cautelare per Sabrina e per la madre Cosima accusate dell’omicidio di Sarah. In particolare, come ha spiegato il professor Coppi, «le telefonate puntualmente dimostrano che la ragazza al momento del delitto era al telefono. Stava prendendo accordi per andare al mare con Sarah». «L’alibi – ha aggiunto Marseglia – è sorretto da dati oggettivi, i dati logici alla base della lettura dell’accusa sono contestati dai dati oggettivi». Inoltre, il legale ha definito «una ricostruzione avventurosa quella del sequestro di persona» legata alle dichiarazioni del fioraio Giovanni Buccolieri che ha successivamente ritrattato attribuendo il racconto ad un sogno. Secondo l’accusa, invece, la mappatura delle celle agganciate dai cellulari della presunta carnefice e della vittima incastrano Sabrina e Cosima. La relazione dei carabinieri della sezione investigazioni tecnologiche del Ros, infatti, colloca i telefonini di Sabrina e Sarah contemporaneamente nello stesso posto, prima in casa e poi in garage. E quello di Cosima alle 15,25 in garage, luogo in cui lei ha sempre sostenuto di non essere mai andata. I difensori ritengono che gli inquirenti abbiano interpretato in senso univoco e sfavorevole all’indagata i dati della relazione tecnica dei Ros. Uscendo dalla camera di consiglio i difensori di Sabrina avevano anche fatto sapere che la ragazza, insieme a mamma Cosima, «spera in una decisione favorevole» da parte della Cassazione. Ma anche questa volta i legali dovranno spiegarle che l’accoglimento con rinvio non coincide con la scarcerazione.

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