di Giuliano e Boris Bignasca in ticinolibero
“Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava” (Discorso di Benedetto XVI all’ università di Ratisbona).
Il 12 settembre 2006 nel discorso a Ratisbona il Papa Benedetto XVI cita il dotto imperatore bizantino Manuele II Paleologo. Non sono certo parole di apertura incondizionata quelle del Papa. La discussione teologica, dottrinale e pastorale del rapporto della Chiesa cattolica con la religione islamica è un tema tutt’altro che chiuso.
Nonostante ciò Don Mino Grampa, intervenendo in questioni che non gli competono, e dove è palesemente incompetente ha proclamato nell’ omelia del primo agosto il suo voto a favore della costruzione di minareti in Svizzera.
Ci poniamo alcune domande di stile riguardo a quest’ intervento di Don Mino. Perché questo piemontese verace si permette di parlare dal massiccio del S. Gottardo, luogo storico e sacro dell’ indipendenza culturale e politica del Canton Ticino e della Svizzera? Perché si permette di dire alle svizzere e agli svizzeri cosa dobbiamo fare e cosa dobbiamo votare?
Inoltre ci chiediamo se la povera diocesi di Lugano finanzia in maniera autonoma queste pagliacciate o se è riuscita in qualche modo a far pagare il contribuente ticinese? La presenza del Consigliere di Stato Luigi Pedrazzini ci fa purtroppo intuire la risposta.
Parliamo di Minareti quindi. I minareti non sono solo un edificio religioso. La loro costruzione è simbolo del potere dell’ Islam sul territorio conquistato. Con la conquista di Costantinopoli nel 1453, la basilica di Santa Sofia (una delle più grandi basiliche del mondo), fu convertita in una moschea e circondata da numerosi minareti. Vogliamo che capiti questo anche alla Cattedrale di Lugano?
Come ben fa notare Don Mino: “Dobbiamo essere preoccupati delle chiese che si svuotano più delle moschee che si aprono”. Giusto. Infatti, prima di occuparsi di costruire nuove moschee o minareti Don Mino dovrebbe cercare di riempire le chiese nuovamente. E queste corbellerie non sono sicuramente il metodo migliore.
Intanto continuano ad arrivare numerose lettere al Mattino della Domenica riguardo ad alcuni presunti abusi sessuali perpetrati ai danni di alcuni allievi del Collegio Papio di Ascona durante gli anni ’60.
Non sappiamo in che misura queste affermazioni siano veritiere, tuttavia parrebbe strano che solo le Diocesi di Vaud, Friborgo e Neuchatel siano toccate dallo scandalo dei preti pedofili. La diocesi di Lugano è illibata?
Di queste cose dovrebbe occuparsi il Vescovo di Lugano al posto di attaccare i movimenti e partiti che difendono l’interesse del popolo svizzero, cristiano per tradizione e convinzione e non islamico!
Don Mino auspica un’ atteggiamento aperto al dialogo. Bene. Cosa c’è di più democratico e trasparente di un’ iniziativa popolare? Cos’ è più trasparente di raccogliere le firme a far votare il popolo svizzero? Forse Don Minareto non sa cos’ è la democrazia, dato che è stato nominato dal Papa e non scelto dalla popolazione, come accadeva nei gloriosi e puri primi secoli della cristianità.
Giuliano Bignasca, Presidente Lega dei Ticinesi.
Boris Bignasca, Deputato in GC.
(Monsignor Grampa,contattato dalla RTSI ha precisato che le sue origini sono lombarde, aggiungendo: “impedire la costruzione di minareti con una proibizione di principio non mi pare congruo a una democrazia moderna come quella svizzera. Bisognerebbe invece valutare l’opportunità, storica e ambientale, dell’eventuale inclusione di minareti in determinati contesti urbani.”)