Commento: “Ritengo ingiusto… negare al sacerdote di sposarsi”

Ritengo ingiusto e senza alcun fondamento logico, né teologico negare al sacerdote di sposarsi anche perchè “Il matrimonio” è un sacramento di pari importanza e dignità. Il numero di “sette” riferito ai sacramenti è soltanto una convenzione numerica e non una classifica. Tutti hanno lo stesso valore non essendo, il matrimoni, un sacramento di serie "B".
Mentre il “celibato” per quanto la chiesa di Roma lo sancisce al di sopra ogni sacramento, lo pone filosoficamente a fondamento ed istituzionalmente indispensabile per l’ordinazione presbiterale. Non è così e non deve essere così! Viene spontaneo chiedersi perché la chiesa di Roma vuole predicare e ribadire con veemenza ciò che lo stesso Gesù non ha chiesto ai suo discepoli e apostoli. Nessun servo può essere di più del suo Signore. Dove è finito la dimensione sacramentale del matrimonio e della verginità che deve esserci fra coloro che hanno contratto matrimonio. Gesù stesso ha scelto tra i suoi apostoli gente sposata e gente libera che per propria scelta decide di vivere il celibato.
Lo stesso San Paolo afferma che deve essere una scelta libera, come è possibile afferma “guidare la Chiesa di Cristo, se non si è capaci di guidare la propria famiglia?” Quindi la chiesa deve aprirsi, è un suo peculiare dovere a questa realtà come qualcosa di positivo, di giusto e di buono. La Chiesa ha bisogno di preti santi e capaci di dare e offrire testimonianza con la propria famiglia in questo tempo difficile dove tutto viene messo in discussione. La santità viene certamente e principalmente da persone sposate, è il ceppo più importante della umana società.
La santità non è soltanto dal clero e per giunta celibe. Il celibato è una mera utopia e non è per tutti! Purtroppo siamo imbevuti di clericalismo dalle più basse sfere di fedeli a volte e per lo più non praticanti, alle più alte sfere gerarchizzate del clero, anche i fedeli hanno ricevuto in abbondanza e appare lo scandalo là dove non c’è. Ognuno, per quanto ha potuto, ha instillato nei cuori dei fedeli valori errati, senza fondamento teologico. Se le più alte istituzioni cattoliche romane che, tra l’altro, hanno il potere decisionale, non si fidano di Dio che opera sempre e comunque, come è possibile far cambiare opinioni e atteggiamenti errati alla povera gente.
Dare l’esempio a volte significa demolire vecchie convinzioni. Il matrimonio e la famiglia è un sacramento tra i più buoni e santi a disposizione di tutti. I fedeli, la gente comune dove e da chi può prendere esempio? Mons. Milingo ha fatto qualche errore di valutazione e di metodo, ma è un uomo come tutti, può sbagliare, ma se la chiesa di Roma si chiude a riccio, non comprende le sue scelte. si arrocca e fa leva sulle scomuniche che al giorno d’oggi sono ridicole e non trovano consenso tra la gente di buona volontà e fra coloro che credono con fede verace, tutto ciò va a svantaggio della stessa chiesa di romana. Si predica che la chiesa è madre non scaccia nessuno, il più grande peccatore deve essere recuperato con amore e portato nelle braccia delle più tenere tra le madri.
Ma questo è solo predicato e non attuato nella realtà. Si predica bene, ma dov’è la fratellanza cristiana, dove si trova la chiesa che accoglie e comprende e recupera? Il più delle volte si fa vuoto all’intorno, solitudine, abbandono, aspre critiche siamo capaci tutti di partorirle, si fa presto a mettere in pratica e dire: “sei fuori dalla chiesa” non puoi, non è lecito! Dobbiamo attenerci all’arida disposizione del diritto canonico? Il primo impegno e scopo della chiesa, la sua missione peculiare è di guidare l’umanità alla salvezza: “Apre le porte a Cristo”! Concedere il matrimonio ai sacerdoti è cosa buona qui e ora nel terzo millennio dove non esistono più valori, né educazione, né famiglia. La società è disgregata ha bisogno di testimoni e non di oratori che non vivono l’esperienza in prima persona. Questo è il millennio dei segni più che delle parole fredde che non trovano posto nel cuore delle persone che si pongono interrogativi, si ha più che mai necessità e bisogno di testimoni santi e operosi che danno l’esempio con la propria vita e vivono con dignità e correttezza, secondo i comandamenti di Dio.
Detto ciò, non ha senso la scomunica comminata a Mons. Milingo, bisogna prendere provvedimenti urgenti e non lasciare che le cose dormono e consegnandole al tempo, da sole le cose non si risolvono, anzi prendono pieghe sempre peggiori e distribuiscono semi di zizzania e di insicurezza facendo perdere quel poco di fede anche a chi la detiene così flebile e vacillante. Forse agli occhi di Dio è più giusto, per i nostri tempi, avere chiese piene di sacerdoti sposati che diano testimonianza, pronti alle necessità della crescente popolazione, che siano apostoli e dispensatori di sacramenti, ovunque essi si trovino. Piuttosto che avere chiese deserte, mancanza grave di sacerdoti, quindi cattiva amministrazione di sacramenti e di controlli. Il prete a capo di una parrocchia spesso solo non può soddisfare le necessità della sua comunità e questo è un dato incontrovertibile nei fatti.
Non vi sono sacerdoti che possono amministrare “bene” il sacramento della penitenza, né possono seguire e richiamare i lontani. Per non parlare degli ospedali e dei luoghi di detenzione. La chiesa di Roma faccia ammenda dei cattivi semi sparsi nei secoli e ritorni allo splendore dei primi secoli. Meno casta, meno istituzionalismo, meno sfarzo, meno clericalismo, meno arrivismo, ma più vicini alle anime da salvare. E’ questo che certamente vuole Cristo e quando Egli verrà certamente vuole il resoconto di quante anime siamo risusciti a salvare e non di quante scomuniche ci sono state comminate da una chiesa lontana non più capace di leggere i segni dei tempi.
Riflettere e svegliarsi dal lungo letargo dei secoli per riparare gli errori commessi per poca fedeltà a Cristo e al Vangelo. I fedeli sappiano attendere al proprio ruolo, vivere il Vangelo, in grazia e ricevere i sacramenti consacrati sotto le due specie. "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna" perché i fedeli ancora nel terzo millennio devo ricevere solo un ostia?

Bisogna scandalizzarsi di ben altro! Del male del mondo, dei nostri innumerevoli peccati, della nostra tiepidezza nel servire il Signore. I problemi non si risolvono con la scomunica o peggio col silenzio. Di fronte a situazioni nuove, prendere coscienza e trovare una soluzione. L’impassibilità e l’intolleranza non giova a nessuno! Cordialità e saluto
Roberto

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