Preti manager. Convegno nelle stesse date dai preti sposati. Incontri flop per vera riforma Chiesa

Preti manager, capaci di tessere relazioni con l’uomo di oggi, competenti, e sempre trasparenti. È l’identikit del pastore doc attorno al quale si concentrerà la tre giorni di interventi organizzata a Roma dalla Pontificia Università Lateranense – dal 23 al 25 marzo prossimi – in occasione del primo Festival internazionale della Creatività nel Management Pastorale, in collaborazione con la Villanova University della Pennsylvania e con la realizzazione formativa di Creativ.
 
La notizia è stata commentata dal Movimento Internazionale dei Sacerdoti lavoratori sposati che sottolinea il giudizio negativo sia sul convegno di Management Pastorale, sia sul convegno dei preti sposati di Vocatio. “Ambedue gli incontri sono tentativi alterati da altre finalità e non incideranno nella riforma della Chiesa, che presto per far fronte alla crisi dovrà riammettere al ministero i preti sposati” (ndr)
 
«Oggi la qualità che più dovrebbe caratterizzare un prete è quella di tessere relazioni autentiche con l’uomo di oggi», sottolinea all’Adnkronos don Antonio Mastantuono, specializzato in Teologia pastorale presso la Pontificia Università Lateranense, vice assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica tra i relatori della tre giorni. Dalla tre giorni di riflessioni – aperta anche al mondo della politica – uscirà un di manifesto della Chiesa nei prossimi venti anni. Le parole d’ordine sulle quali ci si concentrerà sono: “discernimento”, “competenza” e “trasparenza”. «Il prete di oggi- argomenta ancora don Mastantuono- deve sapere usare discernimento e deve essere e dimostrarsi competente anche nella gestione degli istituti. Gestione che non dovrà mai essere un’operazione di un singolo ma collettiva e aperta anche al mondo laico». A fare da filo conduttore della tre giorni, il monito del Papa ad essere “audaci e creativi” nel “compito di ripensare obiettivi, strutture, stile e metodi evangelizzatori delle proprie comunità”. Pastori creativi e sempre trasparenti. «Su questo aspetto – osserva don Antonio Mastantuono – dobbiamo fare un ulteriore passo in avanti. Non bastano più gli inviti, è necessario tradurre in pratica la trasparenza dicendo no all’individualismo e avendo sempre presente il bene della comunità».Alla tre giorni della Lateranense porte aperte anche ai politici. Dalla politica c’è qualcosa da mutuare o qualcosa per cui essere critici? «Il buon politico – dice con diplomazia don Mastantuono – è quello capace di sapere leggere nel futuro, individuando le prospettive future. E per quel che riguarda un prete, questi deve sempre avere capacità critica affinchè la Chiesa riesca ad essere sempre spina nel fianco della politica». 
 
lastampa.it

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