Sacerdozio anche per uomini sposati? Papa Francesco riammetta prima i preti già sposati

Per ovviare al problema delle vocazioni, che sono sempre meno, la Chiesa Cattolicapotrebbe aprire ai “viri probati”, uomini sposati, di provata fede, a cui affidare alcune funzioni sacerdotali.

Lo dichiara Papa Francesco in un’intervista al settimanale tedesco Die Zei.

È da tempo che la Chiesa dibatte su come arginare la scarsità di preti nel mondo. Finora, però, tutte le proposte di abolizione del celibato obbligatorio sono sempre state respinte. Anche per il Pontefice non va abolito, ma, aggiunge, la riflessione sui “viri probati” deve esserci per arrivare a stabilire “quali compiti possano assumere, ad esempio in comunità isolate”, perché la Chiesa deve sempre “riconoscere il momento giusto nel quale lo Spirito chiede qualcosa”.

Nelle chiese ortodosse orientali e bizantine, ad esempio, il celibato si applica soltanto ai vescovi. La Chiesa di Roma, invece, ha sempre opposto resistenze a una apertura del sacerdozio anche a uomini sposati. Quella dei “viri probati”, dunque, potrebbe rivelarsi una soluzione di compromesso. Verrebbe affidato loro un ruolo simile a quello del prete per guidare quelle piccole comunità cristiane che si trovano in zone disperse o poco accessibili. Rimarrebbe da definire quali delle funzioni proprie del sacerdote potranno svolgere.

Di questo avviso è uno dei cardinali più vicini a Bergoglio: Claudio Hummes. Dieci anni fa, riporta La Repubblica, in qualità di arcivescovo emerito di San Paolo e prefetto della Congregazione del clero, aveva portato avanti la discussione sui “viri probati”, dichiarando che “il celibato è una disciplina, non un dogma della Chiesa”. “Sappiamo per certo che molti degli apostoli erano sposati – disse Hummes all’epoca – La chiesa moderna deve tener conto di questo aspetto se vorrà essere al passo con la storia”.

Papa Francesco conosce bene la situazione delle diocesi e comunità più lontane e più di una volta ha citato come lodevole il lavoro di 300 diaconi sposati che, in Messico,collaborano nelle pratiche di assistenza spirituale, con l’unico vincolo di non poter celebrare la messa la domenica con i fedeli. Resta da vedere se deciderà di compierer un passo decisivo in questo senso durante il suo pontificato.

ilgiornale.it

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