La storia di Diego e Guendalina, credenti-conviventi: «Non è peccato»

Guendalina Fantini e Diego Moro sono fidanzati da quattro anni. Convivono da due. Cattolici entrambi. Hanno appreso con soddisfazione l’invito del Papa ai parroci ad accogliere i giovani che convivono. Anche se, confessano, non è mai stato per loro un «grande peso sul cuore».

«Mi fa piacere. Ma, sinceramente, non l’ho mai visto come un peccato», dice Guendalina. «Per me la convivenza non è mai stata un punto d’arrivo, ma un test. Da credente, credo sia giusto che si giunga al matrimonio. Ma ciò che davvero vivo come negativo è il divorzio. E ho visto troppe esperienze di amici andate male. Alcuni con bambini. Magari si sono sposati proprio perché cattolici e poi si sono mollati dopo 1-2 anni. Sai, ti dici: quando sarà il mio momento, voglio prima che ci conosciamo bene».

Non che fossero due estranei. Nati e cresciuti ad Anagni, 36 anni lei, assistente di un commercialista, 34 lui che lavora nella ditta di famiglia, si sono conosciuti alle elementari. Ma ignorati. «Veramente era lei che mi snobbava perché ero più piccolo», precisa Diego. A farli incontrare di nuovo è stata la «trappola» di un amico. Convinto fossero fatti l’uno per l’altra, ha fatto invitare Diego per un aperitivo, dalla sorella che si spacciava per Guendalina. «Ma siete pazzi?», ha protestato lei. All’aperitivo però è andata. Ed è scoccata la scintilla. «Ci siamo fidanzati subito. E dopo due anni abbiamo deciso di fare il grande passo e vivere insieme. Alla fine anche mia nonna si è placata. Dice: “Va di moda così”», sottolinea Guendalina. Ma aggiunge: «Non escludiamo affatto di sposarci. Anche perché un nostro amico sacerdote spinge molto». Diego sorride e conferma: «Non si fa scappare l’occasione per buttare sempre lì le sue battutine. “Allora? Quando vi sposate? Dove? Adesso è ora”. Ma lo fa sempre con tenerezza e simpatia». Diego si definisce «non cattolico ma cattolicissimo», ma si dice anche «convinto che l’importante sia fare del bene, non abitare da soli o con la propria fidanzata». Preti che li abbiano fatti sentire in colpa per la convivenza non ne hanno mai incontrati. E hanno continuato la loro esperienza di vita senza dissidio interiore. «Io credo, molto. Vado a messa. Magari non tutte le domeniche. Prego spesso, anche durante il giorno. Ma non trovo che sia una colpa da confessare quella di cercare di capire se è l’uomo giusto. Anche se l’ho fatto con naturalezza. Paradossalmente ho iniziato a rifletterci quando ho letto le parole del Papa», dice lei.

Il test per Guendalina ha avuto un esito positivo: «Di lui (a parte l’aspetto fisico) mi piace l’apertura verso gli altri, la dolcezza. È la parte di me che manca: io sono più introversa, vedo il marcio in tutto. Lui riesce a trattenermi. Un po’, perché poi il mio caratterino esce fuori». Diego è più basic: «Non sapevamo come sarebbe stata vivere insieme. E invece è andata bene su tutto. Certo bisogna essere un po’ più a briglia trattenuta. Ma non abbiamo dubbi. Anzi. Cominciamo anche a pensare ai bambini».

corriere.it

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