Riccardo Cascioli nega che esista un problema pedofilia nella Chiesa e punta il dito contro le famiglie tradizionali

Un prete che abusava dei bambini sin dentro il confessionale era presente al suo convegno omofobo organizzato da Maroni, il 7% dei preti australiani è risultato responsabile di abusi su minori ma Riccardo Cascioli nega che esista un problema di pedofilia nella Chiesa. È così, negando il problema che l’integralismo spera di poter risolvere una questione che minaccia migliaia di bambini.
Dalle pagine de Il Timone il leader integralista afferma che solo 0,03% dei sacerdoti cattolici avrebbe commesso atti sessuali negli ultimi tre anni, spergiurando che:

Il cronista dell’Espresso, Emiliano Fittipaldi, pensava di svelare chissà quale mondo sommerso. Ha invece rafforzato l’idea che il fenomeno degli abusi sessuali nella Chiesa esiste, ma non è affatto dilagante. Poche mele marce in un immenso cesto di sacerdoti che compiono cristianamente la loro vocazione, senza finire sulle copertine. Il libro Lussuria (Feltrinelli 2017) ha ricevuto una promozione incredibile in tutto il mondo, è stato però smontato dal decano dei vaticanisti americani, John L. Allen.

Insomma, un prete dice che i preti non sono pedofili e quindi bisognerebbe credere a lui anziché alla realtà dei fatti. Ed è nascondendosi dietro un dito che Cascioli aggiunge:

Attenzione, inoltre. Si parla solo di “accuse”, non di “condanne”, con la possibilità di venire assolti come è successo a tantissimi sacerdoti ingiustamente accusati, anche quando le denunce parevano verosimili. Ecco alcuni esempi (solo quelli apparsi sulla stampa italiana) di sacerdoti accusati e massacrati sui media e poi risultati innocenti: don Gino Temporin, don Martin Steiner, padre Bisceglia, don Giorgio Govoni (morto di infarto a causa delle ingiuste accuse), mons. Robert Zollitsch, don Quintino De Lorenzis, don Sandro De Petris, don Marco Ghilardi, don Andrea Margutti, mons. Max Davis, don Nunzio Abbriano, don Giorgio Carli, padre Ronald Domhoff, padre Secondo Bongiovanni, padre Giancarlo Locatelli, don Alessandro De Rossi, mons. William Lynn, don Giuseppe Peretti, padre Eugene Boland, il reverendo Charles Murphy e James Patrick Jennings ecc. Questi ultimi due, in particolare, sono morti di infarto a causa delle ingiuste accuse subite.

Insomma, quei cattivoni delle vittime hanno fatto morire di infarto quei poveri preti che hanno abusato di loro. C’è da stracciarsi le vesti dinnanzi ad una tale ingiustizia. Cattive, vittime! Cattive!

Ed è sostenendo che le ricerche commissariato dallo stato Australiano siano false perché Cascioli sa per certo che i bambini stuprati sono dei piccoli mentitori che infangano il nome dei preti, afferma:

Tre anni fa riportavamo il dato di 4000 preti pedofili accusati di pedofilia tra il 2004 e il 2013, ovvero lo 0,8% dei preti cattolici in attività negli ultimi 10 anni. Recentemente sono uscite percentuali gonfiate sui sacerdoti pedofili in Australia, ne parleremo tra pochi giorni dimostrando la falsità della notizia.

Ed è sempre negando l’evidenza che Il Timone aggiunge poi l’opinione di un tizio sconosciuto ma utile alla loro propaganda:


Lo psichiatra tedesco Manfred Lütz ha spiegato: «Tutte le professioni e le istituzioni che in qualche modo hanno a che fare con minori sono toccate dal fenomeno. Alcuni dicono che c’è un legame tra pedofilia e celibato. Scientificamente questa teoria non ha nessun fondamento. L’astinenza sessuale, in particolare, non provoca atti di abuso. Uno scienziato ateo molto noto in Germania ha detto che la possibilità che un prete commetta abusi è 36 volte minore rispetto a un padre di famiglia». Nel 2014 il Telefono Azzurro ha calcolato 4 casi di violenza sui minori ogni giorno nei precedenti 5 anni, da parte di genitori, insegnanti, allenatori. Altro che lo 0,03%.

Insomma, il problema sarebbero le famiglie tradizionali. Peccato che solitamente sia solito spergiurare l’esatto opposto per mera convenienza politica, in quella verità “on demand” che cambia a seconda di dove tira il vento… Peccato che quando le ricerche commissariate del governo australiano notano come il 7% di preti abbia commesso il 60% degli abusi totali, diventa difficile dare la colpa a qualcun altro per un atto che è commesso per più della metà da una precisa categoria.

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