Un fumetto, da leggere e da guardare sopratutto nelle scuole, perché venga voglia di osservare con occhi diversi l’Italia di oggi, una nazione ormai multietnica e multi-religiosa, dove l’8% della popolazione, circa 5 milioni di persone, proviene da culture diverse dal cattolicesimo. E’ l’obiettivo di ‘Inviati per caso, viaggio nell’Italia delle religioni’, una graphic novel scritta da Lia Tagliacozzo, con disegni di Eleonora Antonioni, edita da Sinnos, presentata al centro Astalli per i rifugiati e i migranti a Roma. Il libro racconta l’avventura di due liceali alla scoperta dei ‘diversi’, ovvero delle tante comunità religiose presenti in Italia: alcune (come l’ebraismo) sono realtà più antiche dello stesso cristianesimo, altre (come l’Islam o la fede valdese) hanno radici secolari, altre infine (come i sikh o i buddhisti) sono legate a più recenti immigrazioni. “Più il tempo passa e più siamo diversi”, ha osservato l’autrice, Lia Tagliacozzo, ricordando la sensazione di esclusione sofferta tempo fa dalla sua figlia a scuola, quando tutti festeggiavano il Natale e la bambina si trovava nell’impossibilità di celebrare la festa ebraica dell’Hannukah insieme ai suoi compagni di materna. Sono tanti – ha spiegato – i giovani, di origine musulmana o di fedi asiatiche, che preferiscono nascondere la loro identità religiosa a scuola.

“Ignorare il fattore religioso è sbagliato, anche se non può essere l’unico elemento in gioco”, ha spiegato Mustafa El Ayoubi, caporedattore della rivista ‘Confronti’. Infatti, ha detto, per i nuovi immigrati, il luogo di culto diventa spesso l’unico punto di riferimento in una società percepita per molti versi come ostile. Più l’atteggiamento circostante è xenofobo, più cresce l’identità religiosa, con il rischio del radicalismo.

Per tale motivo, ha sottolineato, è importante che lo Stato Italiano concluda in tempi brevi un’intesa con le comunità musulmane: “le moschee non possono essere lasciate all’improvvisazione, né diventare luoghi chiusi”.

Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, ha auspicato che lo sforzo per conoscersi reciprocamente possa portare alla costruzione di una nuova società. “L’obiettivo, già di per sé importante, non è solo quello di tollerarsi a vicenda.

Ma di camminare e costruire insieme nuove relazioni civili”.