L’ex carabiniere ora parroco: «Dio è anche al bar»

CORNEDO. Si presenta con la tuta dell’Avis nel suo ufficio, nella canonica di Cornedo, «anche se qui non ci sono quasi mai. Preferisco stare in giro, in mezzo alla gente». Intanto, nella stanza, immagini e soprammobili ricordano le sue molte vite, quella di oggi e, se così si può dire, quella passata. Perché don Dino Rampazzo, 48 anni, originario di Montecchio Maggiore, è stato ordinato sacerdote appena 8 anni fa, dopo essere stato carabiniere e impiegato. Poi la consapevolezza. «La “chiamata” non significa sentirsi dire un giorno “Oh, Dino” – sgombra subito il campo da eventuali dubbi – ma è un percorso». Gli scandali che stanno scuotendo il mondo della chiesa appena pochi chilometri più in là, sono lontani anni luce. Don Dino, occhi chiari e capelli brizzolati, ha un approccio calmo, riflessivo, da antidivo, ed è già un punto di riferimento per le comunità di Cornedo, Spagnago e Muzzolon, dove dal settembre 2015 è vicario parrocchiale dell’Unità pastorale. Nel suo curriculum conta cinque anni a Vicenza, poi uno a Bassano, tre mesi come cappellano militare all’unità corazzata Ariete di Pordenone, Tonezza-Arsiero e ora Cornedo.

Don Dino, come cambia l’approccio tra la città e le piccole realtà?
Nelle realtà più piccole c’è maggior attaccamento alle tradizioni, c’è più coesione. Ma in fondo anche nelle città i quartieri si trasformano in piccoli paesi.

Cosa ci si aspetta oggi da un parroco?
Che stia tra la gente. Non è facile perché siamo sempre meno e c’è una rotazione frequente, ma dobbiamo far sapere che siamo qui. Il senso non è riempire le chiese, ma arrivare alle persone.

E con i giovani?
Cerco di essere anche in mezzo a loro. Mi dispiace quando li incrocio per strada e non salutano. Siamo persone, siamo vivi, perché ignorarsi? Per me è importante il dialogo, così li incontro nei bar, nelle palestre, nei campi da calcio. E capita che mi fermi a parlare fino a tardi.

Di cosa si può parlare?
Di molto e non solo di questioni religiose. Sono curiosi, soprattutto nei miei confronti, perché ho un percorso insolito. Chiedono di me, della mia scelta, di quello che facevo prima.

Questo facilita il lavoro?
Forse le persone mi vedono più vicino, più alla pari. Poi in realtà l’essere prete non è una cosa standard.

Qual è oggi la difficoltà maggiore che si incontra?
Siamo nella fase della secolarizzazione e a volte come cristiani diamo cattiva testimonianza. Parlo dei preti, ma anche dei fedeli. Tutti siamo chiamati a maggiori responsabilità.

Don Marco Pozza, riferendosi anche ai recenti scandali che hanno travolto la diocesi di Padova, ha parlato di una solitudine dei giovani preti. Condivide?
Io vivo in una comunità, qui siamo in due preti e a pranzo siamo sempre in quattro. E poi c’è la comunità. Il confronto è importante, ma il mio essere prete mi spinge, la sera, a cercare anche la solitudine. È un modo per ritrovare il mio essere dopo le corse della giornata. Con troppi stimoli si rischia di perdersi.

Il problema non è proprio questo? Troppi stimoli? Una volta forse era più semplice.
Credo che tutto dipenda dalla maturazione personale. Quando sento di certi sacerdoti e di quello che si dice abbiano fatto, penso che non l’abbiano ancora raggiunta. Siamo tutti in cammino, non solo i preti. Pensiamo a quante coppie si separano oggi, l’impegno va rinnovato sempre. La sensazione è che si cerchi quello che non si può avere. Per quello serve prendersi del tempo per pensare.

Quanto danneggiano la Chiesa certi episodi?
Lasciano il segno, ma va capito che se sbaglia uno, non è tutta la categoria sbagliata. Vale in tutti i campi.

Mai avuto ripensamenti?
No, ricevo molto, non mi manca niente. Sono felice.
Alessia Zorzan

Il Giornale di Vicenza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Traghettilines BOMPIANI 1+1 Abbonanti ad un 2024 di divertimento - Mirabilandia Pittarello - Saldi fino al -70% Frigo vuoto e voglia di vino? Te lo consegniamo in 30 minuti alla temperatura perfetta! Duowatt - Banner generici con logo Tekworld.it Bus Terravision Aeroporto Milano Malpensa Plus Hostels Transavia 2021 Radical Storage Bus notturno Fiumicino Aruba Fibra veloce Hosting Aruba - Scopri di più