I fedeli: «Don Contin prete scomodo, l’hanno fatto fuori»

PADOVA. «Non ci crediamo, era sempre impegnato per appuntamenti inerenti alla chiesa, qualcuno di noi azzarda che fosse arrivato il momento di farlo fuori, magari per qualche sgarro politico o per qualche interesse legato ai beni della parrocchia».

Un parrocchiano molto legato a don Andrea Contin porta in redazione a nome di un gruppo di fedeli una lettera in favore dell’ex parroco di San Lazzaro. Dice il suo nome ma preferisce non venga riportato. La lettere è firmata “La comunità che crede in te” ma non ci sono firme.

«Anche domenica la chiesa era piena di fedeli alle due messe del mattino» racconta con la lettera in mano «La maggior parte crede che le notizie che trapelano sul nostro parroco non siano vere. Da quando era arrivato a San Lazzaro aveva creato un sacco di appuntamenti, ai quali lui partecipava. Le rare sere libere andavamo a mangiare una pizza tutti assieme, ma scusi, quando le faceva quelle cose delle quali scrive il giornale? È possibile che io, che frequentavo e frequento spesso la parrocchia e come me anche molti altri fedeli, non ci fossimo mai accorti di nulla? Francamente lo riteniamo quasi impossibile. Poi abbiamo letto che la donna che lo ha denunciato aiutava la parrocchia e nessuno di noi è arrivato ad identificarla. Come è possibile? Da quando si è saputa la notizia di questo scandalo non l’abbiamo più sentito, io non mi sono sentito di chiamarlo».

Nella lettera condivisa da decine di parrocchiani si parte dalle ultime ore di normalità vissute a San Lazzaro. «Caro don Andrea, martedì 20 dicembre con l’ultima catechesi di Avvento concludevi la serie di incontri che ci avevi regalato per Natale. Eravamo tutti contenti, entusiasti come sempre per le tue splendide e partecipate esposizioni… c’era aria di Natale… I saluti, i piccoli gruppi per scambiarsi battute, pareri, affettuosità e tu che ora davi spazio a uno, ora a un altro fino alle ultime persone che finalmente ti lasciavano al giusto riposo ed esse stesse si ritiravano… il festoso epilogo di tutti gli incontri. Mercoledì 21 dicembre ci ha congelato il cuore… una bomba di notizie ha deflagrato lasciandoci tutti vivi, ma muti. Nel susseguirsi delle notizie incalzanti, infamanti che ci venivano sbattute davanti, continuavamo a chiederci se quella che stavamo vivendo era realtà o un incubo inverosimile. Nei nostri cuori c’è il ricordo di una persona dolce, sensibile, affabile, pronta a dare spazio e a valorizzare ogni persona, in particolare gli anziani. Un sacerdote attento, un pastore che chiamava per nome le sue pecore, che curava con amore, dedizione e competenza ogni cosa. Ricordiamo la preghiera nel campo, mano nella mano, e la benedizione finale di quasi duecento volontari prima di iniziare le serate alla sagra: per tutti eri spinta, motivazione. Ci è presente la tua cura nel reperire e valorizzare paramenti, oggettistica, pezzi sacri in disuso da secoli… Per te erano parte integrante di fede vissuta e quindi testimonianza per tutti noi. Questo c’ha rivelato in te il profondo amore per la Chiesa, le sue radici, la tradizione… Abbiamo presenti le tue frequenti proposte di gite religioso-culturali che molto spesso ti trovavi a ripetere per l’esubero dei partecipanti. Non dimenticheremo mai le tue omelie ricche, profonde che spaziavano tra le molteplici tue conoscenze, né quando esprimendoti in dialetto, facevi riferimento alla cultura contadina o a detti e “storielle” venete suscitando la comune ilarità. Quello che più ci riesce difficile è riuscire a coniugare, a mettere insieme il tuo impegno, l’opera concreta (di cui siamo testimoni) con tutto quanto ti viene attribuito».

Mattino di Padova

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