Manovra: da farmaci a contratti, così cambia la sanità

Farmaci innovativi, biosimilari, piani di rientro, contratti dei medici. Per quello che riguarda le politiche sanitarie, la legge di Bilancio esce da Montecitorio con molte conferme e qualche modifica rispetto al testo iniziale. Tra gli emendamenti approvati dalla Commissione Bilancio della Camera e recepiti nel maxi emendamento del Governo, spicca quello che prevede che le risorse per i contratti dei medici dipendenti e convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale arrivino da una quota vincolata del Fondo sanitario nazionale. Sempre per quanto riguarda i contratti è prevista, in deroga al Jobs act, continuità contrattuale per i ricercatori con contratti flessibili degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e degli Istituti zooprofilattici sperimentali (Izs).
E le cifre sono quelle note, rimarcate dal presidente del Consiglio Matteo Renzi che taglia corto: “le polemiche stanno a zero, c’è un aumento a 113 miliardi, due in più rispetto all’anno scorso, più il fondo per la non autosufficienza che è 450 milioni con un più 50 milioni rispetto all’anno scorso”.
Rispetto ai farmaci innovativi e oncologici innovativi (per i quali la manovra istituisce due fondi da 500 milioni annui ciascuno), è prevista una modifica all’iter per esser classificati come tali: la determinazione di innovatività non potrà essere adottata senza il parere della Commissione tecnico-scientifica (Cts) dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aaifa). Sempre in tema di farmaci, viene istituito un fondo da 300 milioni di euro annui per l’Azheimer. Nel ‘capitolo’ dedicato ai biosimilari resta il ‘no’ alla sostituibilità automatica tra biologico di riferimento e un suo biosimilare (e tra biosimilari). Al medico spetta l’ultima parola e non sarà più obbligato a indicare la motivazione della scelta.
Mentre alcuni cambiamenti riguardano l’articolo sulle procedure pubbliche di acquisto, tra cui il fatto che avranno come base d’asta il prezzo medio di mercato dei farmaci generici biosimilari e non il prezzo massimo di cessione al Ssn del farmaco biologico di riferimento. Cambia, rispetto alla prima versione della manovra la soglia di deficit che fa scattare i piani di rientro per gli ospedali: passa dal 5 al 7%, il limite attuale è di 10%. Un contestato emendamento ad hoc ha eliminato l’incompatibilità (prevista dalla Legge di Stabilità 2015) che vietava ai governatori regionali di ricoprire l’incarico di Commissario ad Acta per la gestione dei piani di rientro della sanità: permetterà ai presidenti di Campania e Calabria di ricoprire entrambi gli incarichi. Infine per quanto riguarda la cura dei soggetti affetti da disturbo dello spettro autistico, in aggiunta ai 5 milioni di euro previsti, una misura trasferisce le risorse del Fondo per l’autismo non utilizzate nel 2016 allo stesso Fondo per il 2017.

ansa

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